SCARLINO – «Una mazzata per le imprese». La definisce così il sindaco Maurizio Bizzarri la Tares, la tassa sui servizi che dovranno pagare famiglie e imprese italiane. Nel prossimo consiglio comunale a Scarlino dovrà essere approvato il bilancio di previsione e, al di la della anomalia di approvare una previsione in pratica a fine anno, Bizzarri critica il “modello fiscale” scelto dai governi centrali in un periodo difficile come questo.
«Che a Roma ci sia Tremonti, Monti o Saccomanni – dice Bizzarri – non fa differenza: nessuno ha il coraggio di fare riforme strutturali necessarie per il Paese e si continuano a sfornare provvedimenti temporanei, leggi e leggine che hanno l’unico effetto di complicare la già difficile materia fiscale. Sembra quasi non si riesca più a scrivere norme chiare e di facile applicazione. E lo Stato è anche convinto di non aumentare la pressione fiscale, che infatti viene aumentata dai sindaci, costretti a emettere nuove tasse, facendo il Cerbero della situazione».
Secondo Bizzarri l’ultimo esempio di questo tipo è proprio la Tares. «Con la Tares – dice Bizzarri – si introduce il principio “paghi per i rifiuti che produci”, ma in realtà cambiando solo questa tassa e lasciando tutte le altre, si continua a gravare su categorie già penalizzate come famiglie numerose e piccole attività produttive, agevolando invece assicurazioni, studi notarili, farmacie e banche».
«I margini di manovra a disposizione dei Comuni per trovare aggiustamenti e rendere meno iniquo lo “scalone” fra Tarsu e Tares, sono purtroppo minimi. Nella migliore delle ipotesi per le utenze non domestiche (commerciali) l’aumento sarà almeno del 100% , e per le famiglie, nonostante gli sforzi, ci sarà comunque un aumento (seppur meno pesante), che andrà a penalizzare quelle con più di tre persone. Per le piccole attività produttive il prelievo rischia di essere traumatico se non drammatico, tanto che molti saranno costretti a ripensare se vale ancora la pena continuare a fare impresa. Vorrei invitare le associazioni di categoria ad affrontare il problema nelle sedi opportune, e i commercianti e i piccoli imprenditori a far valere le loro posizioni, pensando al futuro, poiché forse per il presente è troppo tardi».
«Uno Stato che sa solo tassare – conclude Bizzarri –, senza operare politiche di sviluppo e rilancio dell’economia, abbassando la pressione fiscale e facendo girare i consumi, non è destinato ad andare troppo lontano».