MONTE ARGENTARIO – Il vino al centro dell’attività di Confagricoltura Grosseto. Davanti a circa cinquantaquattro aziende produttrici, dalle piccole alle grandi del calibro di Antinori, Zonin e Frescobaldi, il presidente Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha introdotto il convegno dal titolo “Pac Post 2013 – I nuovi scenari del settore vitivinicolo” spiegando che «l’elemento più rilevante per l’Ocm unica, tra quelli che comporteranno delle scelte da parte degli Stati membri, e di particolare interesse per l’Italia, riguarda l’applicazione del nuovo regime di autorizzazioni all’impianto vitivinicolo che decorrerà dal 1° gennaio 2016. Da quella data anche il nostro Paese deve mettere a disposizione autorizzazioni per nuovi impianti pari all’1% dell’area vitivinicola calcolata al 31 luglio dell’anno precedente».
Fiorella Lenzi, della sezione di prodotto, ha parlato dell’impegno che l’associazione sta profondendo con la sua sezione vitivinicola, «un’attività la nostra – ha detto – predisposta al fine di dare risposte alle imprese attraverso la gestione dei registri di cantina e dell’allineamento delle superfici vitate, mediante una assistenza tecnica qualificata in campo», e ringraziato, in qualità di relatori, Palma Esposito di Confagricoltura nazionale e Giulio Giacomini del GSA. La prima ha diffusamente illustrato la complessiva contrazione dei premi comunitari sul settore vitivinicolo, scesi da 400 a 363 milioni di euro, e il passaggio per l’adeguamento alla normativa comunitaria verso la liberalizzazione dei diritti di reimpianto «per i quali si deve purtroppo registrare per l’Italia una perdita patrimoniale stimabile tra i 3 e i 4 milioni di euro, ragione per cui vi sia – è stato sottolineato – la necessità di un approfondimento delle decisioni in materia. Infatti gli Stati membri devono stabilire i criteri oggettivi e non discriminatori per assegnare le autorizzazioni dei nuovi impianti nel caso in cui le richieste superassero gli ettari disponibili».
Si è parlato anche del sistema orizzontale di qualità che contempla la selezione del numero di Dop e Igp e una riduzione delle menzioni tradizionali (attualmente sono 63 in Italia). Tocca infatti agli Stati membri dettare regole restrittive per l’assegnazione di autorizzazioni di impianto conseguenti ad espianto di viti nelle aree Dop e Igp sulla base delle indicazioni delle organizzazioni professionali Intervento più pratico e dai contenuti spiccatamente tecnicistici, quello di Giulio Giacomini che ha affrontato la tematica della nuova modulistica per il trasporto dei vini.