di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Manca una settimana all’udienza convocata in tribunale sul concordato preventivo. Alla ex Mabro sono giorni di attesa per una decisione che potrebbe aprire nuovi scenari. La proprietà si è sempre mostrata piuttosto fiduciosa, soprattutto sull’ingresso di potenziali investitori esteri in grado di risollevare una situazione sempre più che delicata. Un baratro da evitare, magari andando a mettere sul tavolo l’ultimo asso da giocare. Certezze o bluff? Sono in tanti a chiederselo, soprattutto perché nella vicenda ballano più di duecento posti di lavoro. Il destino unisce chi sta fuori nel segno della protesta e chi sta dentro cercando di mantenere in vita un’azienda da tempo moribonda. Tante famiglie maremmane, quindi, vivono nell’incertezza di un futuro lavorativo che da troppo tempo non si sta più manifestando.
In azienda, intanto, la produzione è andata verso un progressivo rallentamento. Da giorni, nella catena produttiva della fabbrica, sono impiegate solo una trentina di operaie. Il segnale che qualcosa sta inevitabilmente cambiando. Certo è che gli indizi non sono incoraggianti, dato che l’ultima mensilità degli stipendi è in ritardo e ad oggi risulta ancora non pervenuta, a testimonianza delle difficoltà che continuano a registrarsi quotidianamente nella parte amministrativa dell’azienda. I più ottimisti restano in attesa che dal cilindro salti fuori il coniglio, mentre la strada della Prodi bis rimane alternativa sempre più concreta e auspicata da più parti, comprese le istituzioni di ogni colore politico. Tra i lavoratori chi ha scelto di stare al fianco dell’azienda confida in novità positive al netto di situazioni poco incoraggianti, chi si è schierato dall’altro lato della cancellata, invece, già da tempo ha messo da parte la fiducia verso una classe imprenditoriale ritenuta incapace e non all’altezza della situazione. Il primo bivio da interpretare sarà in ogni caso quello di lunedì prossimo, la salvezza dell’azienda maremmana passa prima di tutto dalle aule di tribunale, tra ostacoli da superare e strade da imboccare, sperando di non imbattersi mai nell’inesorabile punto di non ritorno.