a cura di Piero Simonetti
BAGNO DI GAVORRANO – Era il 29 novembre del 1953 quando venne inaugurato il villaggio de “I Forni”, poco distante dall’abitato di Bagno di Gavorrano. Tra le tante autorità presenti alla cerimonia c’era anche il Ministro degli Interni e Segretario nazionale della DC, Amintore Fanfani. La società Montecatini consegnò quel giorno le chiavi degli appartamenti dei nuovi immobili appena costruiti ai dipendenti dell’azienda.
Il vescovo Galeazzi, dopo aver ringraziato i dirigenti della Montecatini, osservò che in quella vasta pianura, così fiorita di nuove case, mancava un campanile. L’unica chiesa esistente era infatti quella di Gavorrano capoluogo, sulla collina. A seguito di questo intervento si accelerarono i tempi e si rinforzarono gli impegni per la costruzione della chiesa, alla cui realizzazione già da anni si era dedicato il parroco don Pietro Nonna.
Due anni dopo, in data 1 gennaio del 1956, il vescovo Galeazzi emise un decreto con il quale veniva eretto canonicamente il Benefizio parrocchiale di S. Giuseppe Artigiano a Bagno di Gavorrano, con la pertinenza del seguente territorio, distaccato dalla parrocchia di S. Giuliano a Gavorrano: San Guglielmo, strada delle Piane, San Francesco, Rigoloccio, Stazione di Gavorrano fino alla teleferica Marchi, Morticino, la Fornace, Poggio all’Aione, le Serre, il Pelagone, Campo Rotondo, casa cantoniera via Aurelia km. 220, Paduletto, Vallinetta, Fosso S. Giovanni, S. Clemente e Poggio al Fabbro.
L’intitolazione a San Giuseppe Artigiano sembrò molto adatta ad un centro minerario ed operaio qual’era Bagno di Gavorrano. La nuova chiesa, consacrata poi nel 1957, ebbe come primo parroco don Pierino Gelmini.