GROSSETO – «Ho atteso che ci fosse una schiarita, almeno meteorologica, per esprimere il punto di vista del mondo agricolo in merito ai gravi disagi provocati dalle piogge torrenziali di questi giorni». Così Francesco Viaggi, presidente di Coldiretti Grosseto, a quasi un anno dalla disastrosa alluvione del novembre scorso, di fronte ad una Maremma di nuovo messa in grave difficoltà dalla furia delle acque. «Credo che a questo punto – prosegue il presidente – si debba affrontare la problematica senza pregiudizi ideologici né posizioni preconcette, che finiscano per fare aggio sul buon senso. Abbiamo visto come negli scorsi giorni le piogge autunnali abbiano nuovamente ingrossato paurosamente il fiume Ombrone, mentre le golene sono state invase dall’acqua. Abbiamo visto come alcuni abitanti di Istia e in prossimità delle Santae Mariae abbiano purtroppo avuto danni alle loro case, i cui piani terreni sono stati alluvionati».
«Abbiamo preso atto di ciò che ha correttamente riportato stampa – prosegue Viaggi -, ricordando come fino ad una decina di anni addietro certi eventi non si verificassero sistematicamente e non possiamo che convenire con il presidente del Consorzio di bonifica là dove afferma che la messa in sicurezza dell’Ombrone e degli altri corsi d’acqua che possano minacciare il territorio, passi attraverso tre punti: il taglio delle piante in alveo con mantenimento delle radici, la eliminazione dei detriti di accumulo, e il consolidamento degli argini».
«Sono assolutamente convinto – aggiunge Viaggi – che la posizione del presidente Bellacchi debba essere sostenuta, magari contribuendo a rivedere la normativa in materia, e ritengo che una pulizia continua dell’alveo dei fiumi non solo permetta all’acqua di fluire regolarmente anche nel caso di piena, ma insieme al consolidamento degli argini (con relativo allontanamento della fauna, peraltro non autoctona, che con la costruzione delle tane provoca l’indebolimento delle sponde) comporti il monitoraggio costante e la manutenzione necessaria del nostro sistema ideologico».
I fatti sembrano confortare le idee di Viaggi, dato che fino circa venti anni fa dall’alveo dell’Ombrone venivano rimossi i detriti, per favorire il deflusso delle acque e diminuire i danni alle persone e alle cose nelle fasi di piena. «Coldiretti – conclude il suo presidente provinciale – auspica che le azioni degli enti preposti alla salvaguardia del territorio convergano su di un unico progetto, avvalendosi dell’esperienza pluriennale del Consorzio di bonifica. Perché l’Ombrone non sia più una minaccia, ma una risorsa per la Maremma».