GROSSETO – «Sui pini e le pinete che si trovano nel nostro territorio comunale credo davvero che si sia attivato un corto circuito tra movimenti, comitati e gruppi vari di cittadini che parlano, gridano e accusano senza avere le competenze ma certi comunque di ottenere visibilità». Questa l’opinione dell’assessore comunale all’ambiente Giuseppe Monaci in merito alla discussione piuttosto articolata che riguarda la salvaguardia della pineta. «Nell’utlimo anno si è letto davvero di tutto e ovunque. Per mesi si è detto che sulla pineta bruciata si sarebbe costruito. Falso. Poi che non si sarebbe stati in grado di piantare e curare in estate le centinaia di pini che ci sono stati donati. E invece è successo esattamente il contrario. Poi si è detto che non si tagliavano abbastanza i pini bruciati e pericolanti. Poi che si tagliavano troppo. Quindi che la pineta andava pulita dal sottobosco e poi ancora che andava salvaguardato il sottobosco – spiega Monaci -. Adesso è il momento, secondo molti, di occuparsi addirittura delle malattie delle piante. Una disciplina tra quelle che richiedono maggiori competenze».
«Da qui si è assistito ad una visionaria teoria che immagina falde acquifere inquinate che uccidono pini selvatici, che per altro è una specie che non esiste, trattandosi invece di pini marittimi. In realtà questi sono attaccati da una cocciniglia, un insetto che ne succhia la linfa uccidendoli. Una malattia che ha colpito già tante pinete in Italia e che si elimina esclusivamente con l’abbattimento delle piante malate di “matsucoccus feytaudi”, perché incurabili e molto infette. Allora abbiamo messo in piedi un grande e costoso progetto che abbatterà le centinaia di pini marittimi malati nelle aree comunali di Principina. Sostituiamo quelle abbattute con latifoglie nobili quali la sughera, il leccio e la roverella. E quegli stessi comitati che nascono come funghi e vanno a pulire le pinete, quei gruppi di presunti ambientalisti e quei cittadini in cerca di notorietà cosa fanno? Invece di farci i complimenti ci dicono che sbagliamo a tagliare quei pini e che non cerchiamo alternative al “disboscamento selvaggio” quando, semplicemente, con il matsucoccus feytaudi, di alternative non ce ne sono. Anzi, taluni e noti personaggi hanno insinuato persino il sospetto che il taglio venga fatto per lucrare sul legname, non sapendo nemmeno che i pini tagliati in quanto malati vanno bruciati per legge».
«Vorrei chiedere a tante persone, anche volenterose, di fare attenzione, di informarsi e di non riempire i giornali e i social network di dichiarazioni e preconcetti che, tra l’altro, si smentiscono reciprocamente, proprio perchè prive di conoscenze adeguate – conclude Monaci -. Chiedo a tutti di guardare a quanto l’amministrazione sta faticosamente facendo con occhi diversi. E se proprio non vogliono farci i complimenti e riconoscere che in questo campo siamo addirittura un esempio per altre realtà, almeno ci facciano lavorare senza costringerci a continue giustificazioni».