GROSSETO – Oltre 20 mila euro l’anno. Tanto costano al comune di Grosseto l’affitto del centro anziani di Braccagni e dell’asilo di Istia secondo quanto riportato dal consigliere comunale Andrea Ulmi che chiede perché, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, il comune abbia accettato di aumentare il canone di locazione dei due stabili. Ulmi, consigliere comunale della Lista Lolini nuovo polo per Grosseto, ha, a tal proposito, presentato un’interrogazione al sindaco Emilio Bonifazi per chiedere perché si sia accettato « di aumentare il canone di locazione che viene corrisposto alle parrocchie di Istia e di Montepescali Scalo per l’affitto di locali di proprietà, adibiti dal Comune ad asilo e a centro sociale».
«La giunta comunale – spiega Ulmi – ha approvato un nuovo schema d’atto per la locazione dei locali siti in via dei Garibaldini a Braccagni, di proprietà della parrocchia di San Guglielmo d’Aquitania penitente con sede a Montepescali scalo. Nell’atto si stabiliva la corresponsione di un canone mensile di euro 823,22 per stabilirvi la nuova sede del Centro Anziani della frazione di Braccagni. Il 10 settembre scorso la giunta comunale ha approvato una nuova delibera con cui a poco più di due anni dalla precedente dispone il rinnovo dei contratti di locazione per porzione di immobile destinato a sede della scuola materna a Istia d’Ombrone e a centro sociale a Braccagni».
«In delibera – precisa il consigliere della Lista Lolini – si legge che il rinnovo dei contratti si rende necessario tenendo conto di un più adeguato valore di mercato, delle intervenute normative di carattere fiscale relative alla proprietà e, per quel che riguarda l’asilo di Istia, anche in relazione ai sostanziali lavori di manutenzione effettuati di recente dalla Parrocchia. Sulla base delle perizie di stima commissionate all’ufficio tecnico manutentivo, la giunta comunale ha deliberato di reputare congruo un importo di 6.000 Euro annui per la locazione dell’immobile di Istia d’Ombrone e di 14.390 euro per quello di Braccagni».
«Pur apprezzando il valore sociale delle attività per le quali sono stati locati i due immobili – aggiunge il consigliere Ulmi – ritengo che in questa fase di forte crisi per le finanze pubbliche occorrerebbe ponderare bene ogni scelta che comporti un aumento di spese che ricadono sulla collettività. Quelli citati sono due esempi, ma chissà quanti atti analoghi sfuggono all’attenzione dei Consiglieri comunali e sommati tutti insieme fanno cifre sostanziose. Vorrei capire le ragioni di queste scelte, che attengono alla responsabilità esclusiva della giunta comunale».