GROSSETO – Monica Faenzi minaccia querela contro Report e contro il direttore di rai Tre. Infuria la polemica il giorno dopo la puntata che la trasmissione ha dedicato alla figura di Denis Verdini, tirando in causa anche la deputata maremmana. «Una ricostruzione faziosa e scorretta, con tanto di concessioni alla volgarità. Uno squallido esempio di giornalismo, tanto più grave ancor più perché prodotto dalla televisione di Stato». Tiene a ribadire Faenzi che precisa di non essere «una delle “preferite”».
«Costruire una puntata intorno alle confessioni di un “verdiniano pentito” talmente timido da non avere il coraggio di mostrarsi in volto non credo che rappresenti una grande operazione dal punto di vista deontologico – precisa Faenzi commentando il fatto che l’intervistato non si sia fatto mai vedere in faccia -. Ancor peggio se il racconto della “fonte riservata” degli autori di Report si lascia andare ad insinuazioni diffamanti che mi coinvolgono direttamente, volgarità biecamente maschiliste che mi offendono in quanto donna più che politica. Lo staff di Report ha deliberatamente scelto di non tagliare quei secondi, con l’evidente intento di “vestirmi” di panni che non sono i miei. A parlare sono i dieci anni da sindaco di Castiglione della Pescaia e le centinaia di atti presentati durante i miei cinque anni e mezzo in Parlamento. Ed anche in questo caso gli autori della trasmissione hanno preferito adattare la verità alla loro tesi di partenza: perché è vero che mi sono interessata al settore dei tartufi – peraltro un prodotto di alta qualità che contribuisce alla fama del settore alimentare nazionale – ma è anche vero che solo in questo scorcio di legislatura ho presentato, ad esempio, un disegno di legge per l’istituzione di un fondo di solidarietà a favore dei piccoli imprenditori che non riescono ad accedere ad affidamenti bancari, un disegno di legge contro le frodi dei prodotti agroalimentari e altri 32 atti inerenti il settore agricolo, di cui mi occupo per competenza parlamentare, tartufi compresi. Ma tutto ciò non giocava a favore della tesi portata avanti dagli autori della puntata, che certo non hanno dato prova di correttezza professionale, preferendo “dipingermi” come una delle “preferite”. Accuse ai limiti del sessismo. Per queste ragioni mi riservo di presentare querela nei confronti degli autori di Report e del direttore dell’emittente per omessa vigilanza».
E Faenzi ha già incassato la solidarietà del coordinatore provinciale del Pdl Luca Agresti «per le vergognose ed infamanti accuse. La puntata di Report mandata in onda ieri sera mistifica la realtà e l’immagine di chi certamente nello svolgere incarichi pubblici come sindaco e parlamentare, altro non ha fatto se non contribuire o perlomeno tentare di migliorare sia il Paese, sia il nostro territorio, non perdendone mai di vista le problematiche, come le alluvioni, la crisi del settore agricolo, e la tutela dell’agroalimentare made in Italy».
«Sono sicuro che Monica andrà avanti per la sua strada – continua Agresti -, ma arrivare ad offendere ed infamare le persone, sul piano umano prima che politico, per screditare il nostro Partito, rappresenta davvero lo scadimento definitivo della politica moderna».