GROSSETO – «La stangata è servita». Il presidente Confartigianato imprese Grosseto di Giovanni Lamioni, Gabriele Fusini presidente di Cna Grosseto, Filippo Lombardelli presidente di Ascom Confcommercio Grosseto e il presidente di Confesercenti Grosseto Pier Ferruccio Lucheroni, parlano degli aumenti alla Tares e all’Irpef. «Giovedì scorso l’assessore Tei, su nostra pressante richiesta – affermano i quattro presidenti -, ci ha ricevuto anticipandoci i numeri, in alcuni casi da paura, della Tares: un 20% di aumento medio per tutti, “grazie” alla necessità di coprire il cento per cento dei costi (lo scorso anno era il 78,2%) con picchi anche del 500 per cento per le categorie più colpite».
«Tutto era già stato confezionato – proseguono le associazioni di categoria -, le tabelle erano pronte per il consiglio e così anche il regolamento (l’atto che dovrebbe normare le riduzioni e le esclusioni); tutto con un atto del tutto unilaterale. I sindacati dei lavoratori, quindi, sono in buona compagnia. Sul piano del metodo (vedremo poi il merito), questo è certo, non sono stati fatti “sconti” a nessuno. Abbiamo anche noi contattato il sindaco Bonifazi, invitandolo a valutare la possibilità di un rinvio dell’argomento (il termine di legge è fissato nel 30 novembre, il decreto sulla Tares non è stato ancora convertito e gli emendamenti presentati, se accolti, potrebbero ridurre l’impatto del tributo)».
«Il rinvio – precisano però le associazioni – non è stato accordato. Resta l’impegno del sindaco , formalizzato in un lettera che abbiamo ricevuto l’indomani, ad apportare “prima del 30 novembre, termine per l’ assestamento di bilancio, eventuali modifiche o integrazioni”. Riguardo alla Tares, quindi il nostro giudizio è al momento sospeso. Mercoledì prossimo incontreremo il sindaco, si avvierà il confronto di merito, e vedremo così il dettaglio della manovra. La lettura dei giornali, in questi giorni, ha riservato però un’ulteriore sorpresa: l’aumento (al massimo consentito dalla legge) dell’addizionale Irpef. Una delle richieste che intendevamo avanzare, visto che la Tares avrebbe “fruttato” almeno il 20% in più, era quella di ridurre il peso della Irpef (l’articolato del decreto, allo stato e pur in presenza di emendamenti di segno opposto, non consente di coprire i costi di gestione dei rifiuti con diverse risorse di bilancio; impedisce però – fatta la copertura – di compensare con la riduzione di altri tributi). Di conseguenza, il giudizio delle associazioni dell’artigianato e del commercio resta come abbiamo detto sospeso. In attesa di un confronto che non sarà facile e che riguarderà, a questo punto, non solo la Tare ma l’intera manovra di un bilancio su cui, visto che le uniche anticipazioni (o quasi) sono quelle lette sui giornali, non siamo oggi nella condizione di pronunciarci».