FIRENZE – «Nel provincia di Grosseto negli ultimi 12 mesi almeno 400 capi uccisi e danni agli allevatori per migliaia di euro, ma le stime sono a ribasso: serve una pressione della Regione Toscana su Roma per consentire di controllare branchi di lupi che nel grossetano hanno raggiunto una densità non più sostenibile». È l’appello del capogruppo di Più Toscana, Antonio Gambetta Vianna, che dopo l’ennesima strage avvenuta a Baccinello dove sono state sbranate 70 pecore chiede un giro di vite definitivo sull’emergenza lupi.
«Purtroppo – sottolinea – strumenti come assicurazioni, riconoscimento dei danni indotti e investimenti per prevenire le aggressioni non sembrano più sufficienti. La proliferazione di lupi e canidi è diventato oggi un problema strutturale della provincia grossetana dove le perdite per il settore agricolo ormai sono ormai diventate prevedibili e persino programmabili ma evidentemente questo non basta per contrastarle. Da mesi chiediamo che oltre al ritorno al rimborso diretto e alle opere preventive si provveda al più presto al censimento della specie. Un’operazione che sarà illuminante per capire quanto ormai la provincia di Grosseto sia satura di canidi e lupi e prendere di conseguenza delle misure che tutelino l’esistenza di questi animali ma anche il lavoro degli allevatori del settore ovicaprino ormai in ginocchio. Il censimento appare un passaggio imprescindibile per attuare una politica cucita sulla ripresa del territorio grossetano e sulla prevenzione, che non dimentichiamoci, ha comunque costi elevati sia per gli allevatori che per la Regione Toscana».
«Come più volte ripetuto – riprende Gambetta Vianna – serve un cambio di mentalità da Firenze nella gestione della situazione: dall’adozione della legge regionale 26/05 il danno predatorio infatti è considerato al pari di un rischio d’impresa e non come un evento straordinario dalle potenzialità distruttive e impreviste. Finché questa concezione resterà al suo posto è necessario investire in una prevenzione totale con strumenti come il censimento dei lupi che permetterebbe di localizzare gli habitat dei predatori e che questo inverno potrebbe essere reso possibile in alcune aree grazie alla conta delle orme sulla neve oppure tramite le stime offerte dall’induzione di ululati».