di Barbara Farnetani
MASSA MARITTIMA – «Nel 1996, quando il criminale nazista Priebke fu scarcerato, da sindaco di Massa Marittima, comune decorato al valor militare per il contributo dato alla guerra di liberazione, esposi la Bandiera Italiana listata a lutto. Qualcuno mi criticò, ma avevo ragione io». Così Luca Sani, sul proprio profilo facebook, commenta la morte, avvenuta ieri, dell’aguzzino nazista Erich Priebke.
Una ferita ancora aperta quella causata dall’ufficiale delle SS colpevole delle torure a via Tasso e soprattutto dells strage delle fosse ardeatine. Una ferita che, in molti italiani, ha continuato a sanguinare, in primis perché Pribke non si è mai pentito, neppure formalmente, per i fatti compiuti quando era giovane, oltre a negare di fatto olocausto e camere a gas, e poi anche perchè è rimasta nei più la sensazione amara che neppure dopo tutti questi anni i morti abbiano avuto giustizia. Priebke è morto centenario (qualche mese fa, per il suo compleanno, ci furono anche alcuni disordini sotto casa sua) nella sua casa, senza mai pagare per le atrocità commesse.
Adesso si apre il capitolo della sepoltura. Lui voleva riposare in Argentina, accanto alla moglie, ma il paese sudamericano non ne vuole sapere di accogliere questa salma scomoda e la cui tomba potrebbe diventare la meta di nazifascisti di ogni genere. I funerali si svolgeranno dunque a Roma, in una chiesa del centro storico (nonostante non abbia mai espresso pentimento), ma il questore e il prefetto di Roma hanno già deciso di proibire i funerali in forma solenne. Per ironia del destino, i funerali si svolgeranno alla vigilia del 16 ottobre 1943, l’anniversario della deportazione degli ebrei del ghetto di Roma.