di Lorenzo Falconi
SCANSANO – Questa volta l’attacco è avvenuto all’interno del recinto e quindi la strage ha assunto dimensioni ancor più preoccupanti. Risale alle prime ore della mattina l’attacco di predatori che si è verificato in località Pian d’Orneta, nei pressi di Baccinello, nel comune di Scansano, in una azienda agricola che ha perso così 70 capi di bestiame. Pecore morte sgozzate, ferite, azzannate e quindi non più in grado di produrre, per un danno stimato intorno ai 30mila euro. Un attacco che di fatto mette in ginocchio un’altra azienda del territorio e porta all’esasperazione il clima nella lotta ai predatori. Dura la replica di Agrinsieme, nelle parole di Enrico Rabazzi, presidente Cia e Antonfrancesco Vivarelli Colonna, presidente di Confagricoltura. «Gli allevatori non ne possono più – sbottano i due -, il progetto Ibriwolf va bene in un momento di normalità, ma non è sufficiente in questa fase, dove c’è sempre più una emergenza».
A preoccupare sono anche le modalità di attacco da parte dei predatori che si avvicinano all’uomo e colpiscono anche dentro i recinti, dove le pecore hanno poca possibilità di scampo: «Essendo ibridi sono più aggressivi e più portati alla vicinanza dell’uomo – affermano da Agrinsieme -, andando avanti di questo passo però, non ci sarà più pastorizia nel nostro territorio e a pagarne un caro prezzo sarà tutta la Maremma, non solo gli allevatori». Profondo anche il disappunto nei confronti degli ambientalisti: «Ormai è diventato un problema politico-sociale – incalzano da Agrinsieme -, contano più gli animalisti dei pochi pastori rimasti. Che poi non capiamo bene perché, la vita di una pecora valga meno di quella di un predatore. Sempre di animali stiamo parlando. Di questo passo capiterà che qualcuno, in preda all’esasperazione, finirà per commettere una pazzia imbracciando il fucile».