GROSSETO – È ripreso questa mattina a Grosseto il processo per il naufragio della nave Concordia. L’udienza si è aperta con la deposizione dei primi testi e in particolar modo del primo ufficiale di coperta della nave, Giovanni Iaccarino, 30 anni.
«Schettino voleva – ha affermato Iaccarino rispondendo al pm Leopizzi – fare il passaggio ravvicinato al Giglio già la settimana prima. Ma non fu possibile perché non c’erano le condizioni adatte, c’era troppo mare e l’idea fu abbandonata». La sera della tragedia, invece, il passaggio al Giglio non era riportato nel foglio delle informazioni passate ai passeggeri: «Infatti – ha aggiunto Iaccarino – lo decidemmo dopo, poco prima di partire».
«La rotta che passava per il Giglio non era stata comunicata né alla Capitaneria né alla compagnia – prosegue Iaccarino – Decidemmo di passare al Giglio a mezzo miglio e che avremmo dovuto chiamare il comandante sei miglia prima di farlo. Non ho sentito alcun allarme falla». Il primo ufficiale di coperta Giovanni Iaccarino e l’ufficiale cartografo Simone Canessa al momento dell’urto della Costa Concordia contro gli scogli erano a riposo “in cabina” e «giocavamo alla playstation mentre avvertimmo una sbandata della nave a dritta, poi a sinistra. Caddero materiali, la sensazione era di aver preso una secca o di aver fatto una collisione. Fu questa l’impressione che ebbi all’istante».
In un video, proiettato in aula, Iaccarino ha ripercorso con gli inquirenti i suoi movimenti la sera del naufragio: «ci fu una vibrazione pazzesca e oggetti che cadevano a terra – ha raccontato l’ufficiale mentre percorreva le varie parti della nave – andai nella plancia di comando e vidi il Gps che faceva nove nodi. Eravamo passati da sedici nodi a nove. Ho buttato lo sguardo alla carta nautica e vidi che eravamo su un fondale di 70 metri nei pressi degli scogli. Il Giglio mi sembrava pù vicina di adesso. Ho guardato questo pannello – ha aggiunto l’ufficiale mentre nelle immagini indica uno strumento che dava l’allarme – c’erano tutte croci rosse. Tutte le luci erano rosse. Poi ho visto il comandante che si è messo le mani ai capelli ed ha pronunciato la frase “ho fatto un guaio”. Poi sono andato velocemente al ponte zero ed ho visto che l’acqua saliva velocemente».
La moldava Domnica Cemortan, invece, passeggera della nave che era nella sala comando assieme al comandante la sera del 13 gennaio 2012, ha comunicato che non potrà essere presente all’udienza di domani, a causa dei problemi di salute di suo figlio. In totale le testimonianze del processo, in base alle liste dei testimoni proposte da accusa, difesa e parti civili, comprendono circa 1.040 nominativi.
Intanto il Codacons ha presentato alla procura di Grosseto una denuncia relativa ai file consegnati da Costa Crociere ai periti nel corso delle operazioni peritali in sede di incidente probatorio. «Nello specifico – spiega il Codacons – si tratta dei file relativi ai test obbligatori di collaudo del generatore di emergenza, da compiersi settimanalmente e che, proprio quelli relativi alle 10 settimane prima del naufragio, risultano modificati due mesi dopo l’incidente».
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