di Barbara Farnetani
ARCIDOSSO – Una banda di ragazzi, tutti minorenni, che, in pochi mesi, hanno messo a segno furti in varie attività commerciali. 16-17 anni, ma tutti con una certa “abilità” in questo “settore”. Due notti fa i carabinieri avevano avuto il sospetto che ci fosse qualcosa di “irregolare” in un bar su via Roma, il corso di Arcidosso. I militari del Radiomobile erano scesi e avevano sentito alcuni rumori provenire dall’esterno, anche il trillo di un cellulare. Avevano avvertito il proprietario che aveva aperto la porta. Le stanze erano al buio, ma a terra c’era di tutto, soprattutto monetine provenienti dal cambiavalute che era stato scassinato e che conteneva circa 500 euro.
Da dietro un armadio era spuntato un ragazzo di 17 anni. Continuando a cercare i carabinieri hanno notato un interruttore rotto e hanno capito che era stato utilizzato da un complice del giovane, come punto d’appoggio per arrampicarsi su un soppalco. Vistosi scoperto anche il secondo giovane si è fatto avanti. I due entrambi 17enni, sono stati arrestati in flagranza di reato e accompagnati in una casa accoglienza di Firenze. Le indagini dei militari hanno appurato che i ragazzi, clienti del bar, si erano procurati la chiave dell’uscita posteriore del locale. Poche ore prima tra l’altro avevano smontato la sirena dell’allarme che si trovava fuori dal bar. I carabinieri di Arcidosso sono anche risaliti al complice dei due, un 16enne che probabilmente aveva il ruolo del palo, e che aveva tentato di avvertire gli amici dell’arrivo delle forze dell’ordine tramite una telefonata. Il giovane è stato denunciato.
I tre avevano a loro carico anche una denuncia per un precedente furto, avvenuto due mesi prima in una palestra da cui erano sparite 300 pezzi tra barrette e bevande energetiche. Le indagini avevano subito una svolta quando un uomo, che ha una casa vacanze ad Arcidosso, aveva chiamato perché aprendo casa, l’aveva trovata piena della refurtiva della palestra. I ragazzi, passando dai tetti, avevano trovato il modo di entrare nella casa e la usavano come rifugio, base e nascondiglio. Frugando tra quanto lasciato i militari avevano trovato alcuni scontrini di cibo di vario genere (avevano anche cucinato), risalendo agli acquirenti e di conseguenza ai cinque ragazzi. I giovani, tutti residenti in zona anche se di origine straniera, avevano ammesso le proprie responsabilità ed erano stati denunciati per furto, danneggiamento e violazione di domicilio.