ORBETELLO – Ancora pesca di frodo nella Laguna di Orbetello. Ad essere deferiti due orbetellani che, colti in flagranza, sono stati “acciuffati” dopo una fuga ricambolesca dagli uomini della Guardia Costiera sotto il comando del 1° maresciallo Ivan Poccia.
Le indagini della Guardia costiera, coordinate dal comandante dell’ufficio circondariale marittimo di Porto Santo Stefano Monica Mazzarese, erano iniziate dopo la denuncia della cooperativa Orbetello pesca lagunare. La laguna era infatti stata interessata in più punti, da battute di pesca illegale sia con l’ancorotto sia col filaccione. La Guardia costiera e i Guardia pesca hanno dunque monitorato lo specchio d’acqua sino a quando non hanno colto sul fatto due persone, due orbetellani.
«Sembrerebbe trattarsi di una vera e propria attività organizzata da parte di gruppi che, con il favore della notte, arrivano a sottrarre ciascuno sino a 50 kg di pescato alla volta – precisano dalla Guardia costiera -, subito trasbordando il prezioso bottino su autovetture private in dispregio ai requisiti minimi sanitari richiesti per simili trasporti e rivendendolo a ristoranti e pescherie della zona che, a loro volta, lo somministrano agli ignari clienti convinti di degustare, invece, prodotti ittici sicuri, controllati ed etichettati. Inoltre, i tipi di attrezzi impiegati per detta pesca illecita, quali l’ancorotto e il filaccione, risultano particolarmente aggressivi perché feriscono mortalmente l’esemplare pur non venendo sicuramente catturato, determinando un inutile depauperamento della fauna ittica locale. Per di più l’uso del filaccione, secondo le modalità invalse nei casi di specie, risulta fortemente insidioso e pericoloso per la navigazione, perché trattasi di un filo di nailon armato di ami lasciato in tensione sott’acqua ed assolutamente invisibile dalle imbarcazioni in transito, con le intuibili conseguenze del caso a discapito dell’incolumità degli occupanti l’unità».
L’operazione ha portato al sequestro di attrezzi da pesca e del pesce pescato illecitamente.