di Daniele Reali
GAVORRANO – Se si tornerà a votare a Gavorrano lo sapremo presto, certo è che il rischio elezioni anticipate, che porterebbero per la quarta volta al voto il comune minerario nell’arco di 5 anni, è molto alto. Lo scenario è sempre lo stesso: nel caso di decadenza dle sindaco arriverà il commissario prefettizio e alla prima data utile gli elettori di Gavorrano saranno chiamati alle urne.
La sentenza del Tar è stata chiara: ha accolto il ricorso presentato da Massimo Borghi e ha annullato la lista di Elisabetta Iacomelli indicando poi la «necessità di procedere a nuove elezioni».
Che cosa succederà nei prossimi giorni? Dal momento della notifica della sentenza, che presumibilmente arriverà la prossima settimana, ci sono 20 giorni di tempo per impegnare il provvedimento del Tar di fronte al Consiglio di Stato. Trascorso quel periodo se non sarà presentato ricorso la sentenza diventa esecutiva e passata in giudicato. Da quel momento la prefettura scigolerà il consiglio comunale e nominerà il commissario che si occuperà dell’orindaria amminsitrazione del comune. Una storia che a Gavorrano si era stata già raccontata nel 2010 e che vien ricordata da tutti come un’epserienza da no ripetere che invece, con l’accoglimento del ricorco, diventa molto probabile.
L’unica strada per evitare il commissario e le elezioni, almeno temporaneamente, a questo punto potrebbe essere quella di ricorrere da parte della lista Iacomelli al Consiglio di Stato. Quel ricorso bloccherebbe l’efficacia del Tar fino alla sentenza definitiva del Consiglio di Stato.
Dalla lista Iacomelli fanno sapere che per il momento nessuna decisione è stata ancora presa. Proprio oggi pomeriggio intanto la coalzione dell’attuale maggioranza si ritroverà con il sindaco Elisabetta Iacomelli per fare il punto della situazione.
«Farfemo un ragionamento tutti insieme, come abbiamo sempre fatto fino ad oggi – spiega il sindaco Iacomelli –. Quello che ci piacerebbe e che in Italia non ci fossero casi di diverse interpretazioni rispetto alla legge sul’autentica delle firme (il riferimento è al caso di Tricarico e alla sentenza del Tar della Basilicata). Detto questo se il ricorso al Consiglio di Stato può servire per dirimere la questione potremmeo prenderlo in considerazione, ma tutto dipenderà dall’interesse dei cittadini. Se ci rendessimo conto che proseguire in questo percorso può provocare danni ai cittadini di Gavorrano non esiteremo a interromperlo. Mi dispiace che chi fino a ieri (il riferimento è alla lista Borghi) ha condannato il commisarimento di Gavorrano oggi fa commissariare il comune. La cosa invece che invece mi ha fatto piacere è stata la solidarietà delle persone che anche questa mattina ho incontrato, persone che hanno capito che a Gavorrano le cose stavano cambiando e che noi stavamo lavorando nella giusta direzione per far ripartire il comune».
Nelle prossime ore e nei prossimi giorni il quadro sarà molto più chiaro, ma lo spettro del commissario e del ritorno alle urne già a maggio del 2014 non è più soltanto un fantasma, ma un realtà in “carne e ossa”.