ISOLA DEL GIGLIO – Al via questa mattina, all’Isola del Giglio, le ricerche dei due passeggeri della Costa Concordia ancora dispersi, il cameriere indiano Russel Rebello e Maria Grazia Trecarichi. L’autorizzazione alle immersioni era arrivato ieri in serata, dopo che i tecnici del consorzio Titan-Micoperi avevano dichiarato zona sicura per le ricerche lo specchio di mare intorno alla nave. Per ora le ricerche sono concentrate nella parte esterna del relitto, a di poppa, e in quella zona che, per molti mesi, è rimasta tra la nave e gli scogli. Nelle ricerche sono coinvolti la protezione civile, i vigili del fuoco, la guardia costiera, la marina militare, i carabinieri, la guardia di finanza e la polizia (la foto sotto è di Enzo Russo).
Intanto ieri, durante il processo che si sta svolgendo a Grosseto, e che vede come unico imputato Francesco Schettino, il comandante ha accusato il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin di aver sbagliato la manovra decisiva. Sempre ieri, a Firenze, il procuratore generale presso la corte d’appello ha presentato un ricorso in Cassazione sui cinque patteggiamenti decisi dal gup di Grosseto a luglio per altrettanti co-indagati.
I quesiti posti dal presidente del collegio giudicante, Giovanni Puliatti, ai periti del Gip hanno riguardato quale incidenza su manovra e impatto abbia avuto l’errore acclarato del timoniere; quale incidenza abbia avuto nel momento post-urto il non funzionamento del generatore di emergenza; come e se funzionarono le pompe d’emergenza. Questo terzo punto sarà affrontato nell’udienza di oggi, mentre sul generatore i periti sono stati chiari: non funzionò, anche se non è stata ricercata la causa. Tuttavia “il generatore d’emergenza non avrebbe avuto nessuna influenza sull’evento, inoltre dalla scatola nera è emerso che dopo l’urto i timoni rimasero sempre a 35 gradi, il massimo, e non furono dati altri ordini (da Schettino) e la nave era comunque ingovernabile: non erano possibili manovre alternative d’emergenza”.