GROSSETO – «Nel momento in cui ho chiesto al timoniere di mettere i timoni a sinistra, l’errore è stato di non farlo, in quel momento la nave aveva un’accelerazione a destra» così Francesco Schettino, comandante dela Concordia, intervenendo per la prima volta all’udienza del processo per il naufragio della nave della Costa. «Se non ci fosse stato l’errore del timoniere, di non posizionare i timoni a sinistra, ovvero l’errore di scontrarsi, cioè di evitare la derapata – ha proseguito Schettino – non ci sarebbe stato quello schiaffo».
Diversa la posizione dei periti del Gip, ein particolar modo dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone che afferma «Il timoniere ritardò la manovra di 13 secondi ma l’impatto ci sarebbe stato ugualmente». Il collegio ha proposto tre domande precise ai periti: quanto incise nel naufragio della Costa Concordia l’errore del timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin nell’esecuzione dell’ordine di Schettino vicino al Giglio; quanto incise l’avaria ai generatori di emergenza sugli altri apparati della nave (timoni, ecc.); come funzionarono le pompe di emergenza e le porte stagne.