GROSSETO – «Interventi urgenti o addio pastorizia». È un grido dall’allarme quello lanciato dalla Cia, Confederazione italiana agricoltori, di Grosseto e da suo presidente Enrico Rabazzi. Attacchi quotidiani, «dove non c’è più distinzione tra giorno e notte, visto che le incursioni dei nocivi avvengono a tutte le ore. Non possiamo aspettare ancora, non c’è più tempo, altrimenti si estinguerà per sempre un’attività che affonda le proprie radici nei secoli; quello della predazione è ormai diventato un fenomeno di una gravità eccezionale, occorrono soluzioni efficaci, rapide ed anche eccezionali per fermare il massacro».
«Ottimo il lavoro compiuto in Commissione Agricoltura dal presidente Onorevole Luca Sani e dalla Capogruppo Pdl, Onorevole Monica Faenzi, ma – sottolinea ancora il presidente della Confederazione Agricola – occorre che si svegli il Governo per affrontare il problema in modo definitivo. Il problema del ristoro dei danni esiste, ma la cosa fondamentale per gli allevatori è che si esca dall’ipocrisia in cui è caduto il nostro Paese e dare seguito, concretamente, a ciò che dice la nostra Costituzione Italiana: in primis, la tutela del diritto al lavoro; è questo che gli agricoltori chiedono, poter permettere ai pastori di svolgere il loro lavoro in serenità e trovare sul mercato il proprio reddito. Quindi no a facili contributi e si al riconoscimento e, soprattutto, al rispetto del proprio lavoro»
La Cia, attraverso il proprio presidente chiede alle istituzioni, Prefettura compresa, l’apertura di un tavolo di emergenza per individuare soluzioni immediate. «Qualcuno gioisce ogni volta che chiude un allevamento, ma la Cia no – conclude Rabazzi -, ed a quelli che gioiscono e che stanno dalla parte dei predatori, vogliamo ricordare che se la nostra terra è un fiore all’occhiello dal punto di vista paesaggistico e ambientale, il merito è anche dei pastori che se ne prendono cura e non certo di coloro che si ammantano di dubbio ambientalismo e demagogia».