di Barbara Farnetani
ISOLA DEL GIGLIO – Un terzo fuori, due terzi sottacqua. È questa la proporzione per quanto riguarda il relitto della Concordia che questa mattina, alle 4, con un suonoi di sirene è riemersa dall’acqua. «Lo scafo, pur nella sua posizione innaturale, nei colori dava ancora l’idea di una nave – ha detto il capo della Protezione civile Franco Gabrielli – oggi si ha proprio la percezione del relitto con tutto il suo carico di dolore». Gabrielli si dice comunque soddisfatto perché «le sfide che il progetto presentava si sono realizzate con precisione e una correttezza di collocazione della nave che alla fine ci ha anche un po’ sorpresi. Il danno alla fiancata di dritta – ha aggiunto – è importante ma inferiore a quello temuto. Non ci sono lacerazioni delle strutture e quello che percepiamo da lontano è amplificato dall’effetto dei balconi. Nei prossimi giorni gli ingegneri lavoreranno per rendere possibile la fase sette, quella che prevede di agganciare i cassoni».
Gabrielli parla comunque di una condizione di rischio causata dalla presenza della nave «anche se ci sono interventi per prevederlo ed efficaci condizioni di sicurezza» e a questo proposito l’ingegner Franco Porcellacchia ha aggiunto «il peso della nave già garantisce la sicurezza, anche in caso di maltempo. Comunque per aumentare questa condizione rinforzeremo lo scafo e assicureremo il relitto con dei tiranti». Quanto ai problemi ambientali Garbrielli ha garantito che nei pressi della nave non c’è «nessun tipo di odore. Le analisi non sono mai state interrotte, è stato chiesto anche il dna dei ricci per vedere se ci sono state mutazioni genetiche. Sono state effettuate oltre 40 mila analisi e prelievi durante questa operazione: l’aspetto del rispetto ambientale è sempre stato al vertice.
Appena l’imbarcazione sarà in sicurezza il gruppo interforze potrà accedere a tutte quelle zone che non erano accessibili perché i corridoi erano diventati pozzi. Per quanto riguarda gli effetti personali dei passeggeri ha detto Franco Porcellacchia «Titan Micoperi smonterà una ad una le cassaforti dalle cabine per restituire il contenuto ai passeggeri». Sino ad ora l’operazione è costata 600 milioni di dollari ma come ha detto Costa «non c’è ancora una previsione finale sul budget. Dipenderà dalla destinazione finale della nave e dalla condizione dell’Isola. L’aspetto finanziario non è l’unico». «In passato – ha detto Franco Girotto – c’è già stata la rimozione di grandi navi, ma qui c’era da slavaguardare l’integrità del relitto, e inoltre ci si trovava in un ambiente molto particolare da salvaguardare. A questo si aggiunge la dimensione della nave e il tipo, una nave passeggeri senza punti rinforzati a cui agganciarsi.
E infine ai giornalisti che volevano intervistare Nick Master Gabrielli ha chiuso con una battuta: «il presidente della Provincia Marras vuole fargli una contravvenzione per aver abusivamente parcheggiato la nave e non si trova». Questo pomeriggio Gabrielli sarà ricevuto dal premier Gianni Letta che si è già complimentanto con lui.