GROSSETO – Ha un nome e un volto l’uomo della foto in bianco e nero, che si presenta però tagliata proprio nella parte alta del corpo. Un’immagine che rappresenta il manifesto all’edizione 2013 de La Città Visibile. Lui si chiamava Vincio Viggiani, era di Buriano e, avendo necessità di una foto tessera, aveva deciso di recuperarla proprio da quell’istantanea del 1942 che lo ritraeva insieme alla sorella Luciana, all’epoca trentunenne e alla figlia di lei, Anna, di appena due anni. Una storia come tantissime ma che sarebbe rimasta nei ricordi di famiglia se Carlo Bonazza non avesse deciso di presentarla al concorso fotografico de La Città Visibile e se il direttore del Cedav Mauro Papa non avesse deciso di farne l’emblema di tutto l’evento stampando quell’immagine su manifesti, volantini, inviti e brochure.
Chissà cosa avrà pensato la signora Imola Taba (nella foto) vedendo sui giornali, in tv e nei maxi manifesti di Grosseto l’immagine di sua madre, la signora Luciana e quella della sorella. Senza perdersi d’animo ha chiamato Mauro Papa dicendo: «Quella sui manifesti è la mia mamma e mi ricordo benissimo di aver visto quella fotografia!». Così la signora Imola, insieme alla sua adorata nipotina e a Carlo Bonazza, ha preso parte all’inaugurazione della Città Visibile rendendo concreto lo spirito di questa edizione: dare voce e volto ai protagonisti semplici della storia della Maremma.