GROSSETO – I lavoratori in cassa integrazione della Mabro, realtà industriale in crisi, sono ritratti in coppie di immagini: una prodotta con la fotocamera digitale e l’altra, nella stessa posa, col foro stenopeico. Il motivo di questa scelta risiede nel tentativo di evocare, nella seconda immagine, una realtà parallela ma alterata, simulacro appunto, rispetto alla prima, in analogia con la realtà della imminente disoccupazione per l’incertezza (resa dai dettagli) e lo stato di costrizione (il soggetto deve cercare di restare fermi per circa due minuti davanti alla camera).
Come testimonianza diretta e tangibile del proprio lavoro e come simbolico tentativo di suturare lacerazioni forse insanabili, gli operai hanno cucito insieme le foto a mano e, infine, hanno scritto nel passepartout storie personali, pensieri e considerazioni, di attribuendo a se stessi un ruolo di protagonismo che i media hanno trasfigurati nella passività spettacolare e pietistica della cronaca. Anche le lavoratrici della Mabro hanno partecipato all’inaugurazione de La Città Visibile e applaudito Marco Tisi che si è aggiudicato il concorso nazionale fotografico.