ISOLA DEL GIGLIO – Un testo per non dimenticare i sacrifici di molti gigliesi, ma anche per scoprire il volto inedito dell’isola dove riaffiorano le vecchie gallerie, i pozzi, le discenderie e le rimonte che ormai i turisti non vedono più
Una storia di miniere e minatori, ma anche di contadini e pescatori riaffiora all’Isola del Giglio per l’ultimo appuntamento con la rassegna culturale “I Colori del libro”,organizzata dal Comune di Isola del Giglio e dal portale Toscanalibri.it in collaborazione con la Pro Loco e con il Circolo Culturale Gigliese. Mercoledì 11 settembre l’autore Ivio Lubrani presenterà il suo libro dal titolo “I minatori del Giglio. Storie della miniera e altri ricordi” in piazza Gloriosa a Giglio Castello alle 21. «Ho deciso di scrivere questo libro perché sollecitato dai minatori ancora in vita, per lasciare una memoria storica che altrimenti sarebbe andata persa – spiega l’autore – e poi per omaggiare mio fratello perché è grazie a lui e al suo lavoro in miniera se ho potuto studiare. Tutte le storie contenute nel libro sono importanti, per questo ho scelto di porre l’accento sull’aspetto umano, sui sacrifici dei minatori e sul pericolo insito in un lavoro che oggi è inconcepibile».
Il volume – «I minatori del Giglio. Storie della miniera e altri ricordi» (primamedia editore e Betti editrice) ripercorre le vicende della miniera di pirite dell’isola a Campese («chiusa nel 1962 e mai più riaperta») e dei minatori che vi hanno lavorato. Grazie alla penna di Lubrani che, con sguardo attento e commosso racconta quegli anni, si ripercorre la memoria storica della piccola comunità gigliese. Torna così alla luce l’isola che non c’è più, fatta di miseria, insicurezza, di una vita magra e di stenti. Un libro per non dimenticare i sacrifici dei molti gigliesi, ma anche per scoprire il volto inedito dell’isola dove riaffiorano le vecchie gallerie, i pozzi, le discenderie e le rimonte che ormai i turisti non vedono più. Di tutto l’armamentario industriale è rimasta solo una parte di uno dei piloni che ancora affiora dalle acque del piccolo golfo. Poco più di un ricordo di archeologia industriale. Mentre dalla polvere della Storia riemergono volti e nomi che in quella miniera sono entrati per lavorare e in qualche caso ne sono stati sacrificati, anche negli anni successivi. Il volume contiene fotografie d’epoca, alcune inedite, gentilmente concesse da Luigi Rancarani, Alina Piazza e dalla società Edison/Archivio Zamban, centro per la cultura d’impresa. Arricchiscono il libro due scritti di Palma Silvestri su alcuni episodi di vita gigliese.