di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Potrebbe essere la prima volta a Grosseto e toccherà a Movimento 5 Stelle e Sel provarci. L’idea del referendum, nata a seguito degli ultimi provvedimenti approvati dalla maggioranza del consiglio comunale sulla vendita delle farmacie comunale e sull’esternalizzazione dei servizi educativi, prevede una mobilitazione congiunta dei due partiti e a breve la nascita di un coordinamento che porti avanti il processo, fino a renderlo applicabile. «La mobilitazione parte dai cittadini stessi – spiega Cristina Citerni, capogruppo di Sel in consiglio comunale -, quindi il coordinamento per arrivare al referendum sarà il più aperto possibile. Quella su asili e farmacie è una battaglia di tutti, perché vediamo che il tessuto sociale si sta sempre più lacerando. Certe scelte denotano le priorità dell’amministrazione comunale che se decide di vendere nell’ottica del risparmio, evidenzia che farmacie e servizi educativi non sono individuati come tali».
«Il messaggio del referendum è stato subito recepito da Sel – osserva Giacomo Gori, capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale -, le nostre posizioni ad esempio sono state sempre contrarie sulla vendita delle farmacie, a dispetto di altre forze dell’opposizione che preferivano altre soluzioni di cessione. E’ arrivato il momento di costruire un confronto allargato su temi importanti come asili e farmacie, in questo senso il referendum è uno strumento davvero partecipativo».
L’iter della cessione delle quote delle farmacie comunali, intanto, continuerà ad andare avanti, così come l’esternalizzazione del servizio per gli asili, parallelamente però, Movimento 5 Stelle e Sel si stanno mobilitando per andare a formare un coordinamento che porti al referendum. Per prima cosa serviranno 100 proponenti firmatari per avanzare la richiesta di indire un referendum che in questo caso saranno due, per asili e farmacie, successivamente verranno formulati i quesiti referendari e di conseguenza il consiglio comunale nominerà i 5 esperti che saranno chiamati a verificare l’ammissibilità della proposta. Superata questa fase serviranno 4000 firme a referendum per arrivare alla proclamazione dei due quesiti da sottoporre a votazione con tanto di quorum.