FIRENZE – «Nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Grosseto, al momento dell’errore sulla sacca di sangue, non si riscontrava affatto carenza di personale, in quanto c’era un operatore in più rispetto alla dotazione prevista. Le procedure di identificazione del paziente erano state effettuate e l’operatrice addetta all’operazione è una professionista esperta, da poco rientrata da un periodo di ferie». Con questo commento l’assessore regionale alla sanità Luigi Marroni, interviene sulla vicenda che ha portato al decesso di Sergio Fiorini, l’uomo di 76 morto dopo aver ricevuto una trasfusione di sangue sbagliata.
«E’ stata una settimana molto difficile per il sistema sanitario, gli operatori, i cittadini. Ma dobbiamo reagire, perché la nostra è una buona sanità. Occorre rinnovare, perché solo chi rinnova continuamente corregge gli errori e migliora – prosegue Marroni – La sanità sta attraversando un periodo complesso e io stesso ho vissuto gli ultimi episodi come una sconfitta anche personale. Ma sono convinto che da qui si riparte, per avere migliori risultati. A tutti gli operatori chiederemo impegno e rigore ma intensificheremo anche la nostra attività per motivare di più le persone, sviluppare la formazione, incentivare la professionalità».
In sostanza la Regione sta per varare il piano-sicurezza riguardante la sanità. L’assessore Marroni ha annunciato i provvedimenti che lunedì verranno deliberati dalla Giunta per innalzare i livelli di sicurezza negli ospedali: «La delibera che porterò in Giunta – ha detto – prevede interventi che riguardano sia il sistema trasfusionale sia il 118. Prevediamo infatti di rivedere le relative procedure, e in prospettiva tutte quelle utilizzate dal sistema, e anche e soprattutto di verificare se e come queste siano concretamente messe in atto nella varie aziende. Abbiamo anche concordato di costituire una task force, che il professor Gensini coordinerà, pronta a intervenire su mia decisione in caso di eventi avversi di rilevanza tale da ritenere opportuna un’azione immediata. Saranno messi a punto protocolli per la gestione dell’evento avverso stesso, una volta che si sia verificato».
«Per quanto riguarda il sistema trasfusionale pensiamo a una estensione generalizzata dei sistemi più avanzati di identificazione del paziente, alla scrittura in chiaro sulle sacche di sangue del nome del paziente a cui sono destinate, a una ‘casacca rossa’ che identifichi l’operatore addetto alla trasfusione – osserva Marroni -. Questo accorgimento potrebbe aiutare a creare nell’operatore e intorno a lui un clima di maggiore concentrazione e attenzione per un atto delicato come la trasfusione, che ha anche in sé una sorta di ritualità. Pensiamo anche di lavorare di più in termini di addestramento specifico, con l’introduzione di maggiori elementi di automatismo proprio per restringere l’area di possibilità di errore».