GROSSETO – Sinistra Ecologia e Libertà pensa ad una nuova organizzazione degli enti locali anche i provincia di Grosseto e sposa la linea delle fusioni tra comuni per creare realtà più grandi e in grado di rispondere a quelle che sono le nuove sfide della pubblica amministraizone a livello territoriale.
Se da una parte Grosseto «dovrà finalmente esercitare il proprio ruolo di capoluogo, diventando il centro delle eccellenze che produce impulsi per lo sviluppo dell’intero territorio provinciale» dall’altra c’è la necesità di una nuova «rete comunale».
«Occorrono comuni più grandi – spiega il segretario provinciale Flavio Agresti –, indicativamente sopra i 10.000 abitanti, che siano effettivamente in grado di programmare gli interventi in maniera più efficace e conveniente per il cittadino, anche solo per il fatto che agirebbero su aree più ampie e congrue alle competenze attribuite».
«La cosa è talmente matura che anche il governo inizia a porsela. Però, al di là degli iniziali incentivi, lo fà nell’ottica di una razionalizzazione basata sul risparmio. Se non vogliamo che nel tempo tutto si riduca ad una sottrazione di risorse e di servizi dobbiamo prendere decisamente noi l’iniziativa, assumendo come prioritari i reali interessi delle comunità. In questa operazione, seguendo le proprie decisioni congressuali, Sel è mossa dall’intento di aumentare la produttività economico-sociale della spesa pubblica».
«Chi argomenta la propria contrarietà dicendo che la fusione dei piccoli comuni diminuirebbe gli spazi della democrazia, non ha capito la vera posta in gioco».
«Nei comuni soppressi – aggiunge Agresti – si potrebbero istituire nuove forme di municipalità, come canale di partecipazione e punto di erogazione dei servizi necessari ai residenti. L’eventuale scioglimento delle Province è una ulteriore sollecitazione in tal senso».
Sì quindi al super comune della Costa d’Argento e sì anche alla fusione dei comuni sull’Amiata.