FOLLONICA – Sarebbe «scarsissima» la presenza di idrogeno solforato «presso il depuratore» di Campo Cangino almeno stando a quanto sostiene Acquedotto del Fiora che ritiene «improbabile che la diffusione di tale sostanza verso Cassarello sia imputabile all’impianto di depurazione». Le precisazioni seguono la diffusione della relazione dell’Arpat relativa ai cattivi odori nella zona di Cassarello.
«Al di là del fatto che il depuratore è quotidianamente monitorato – afferma il Fiora -, i tecnici di Acquedotto del Fiora eseguono periodicamente controlli per la salute e sicurezza sul lavoro, con rilevazioni anche circa la quantità di idrogeno solforato presente presso le strutture dell’impianto di Campo Cangino. Tali controlli hanno sempre evidenziato come il valori rilevati per questo gas siano pari a pochissime ppm (parti per milione), quindi nettamente inferiori a quanto previsto dalla normativa in materia che prevede inoltre limiti per la sicurezza mille volte maggiori rispetto a quelli rilevati da Arpat».
«Per quanto riguarda l’aspetto olfattivo, l’unico eventuale agente di trasporto dell’idrogeno solforato dal depuratore verso Cassarello potrebbe essere il vento – precisa l’Acquedotto -: va però considerato che l’idrogeno solforato ha un peso molecolare elevato, maggiore di quello dell’aria, e quindi tende a depositarsi al suolo. A livello del terreno il vento ha una velocità pressoché nulla: inoltre lo specifico clima anemometrico locale evidenzia come, rispetto ad altre zone, nella direzione che va dall’impianto di depurazione a Cassarello la frequenza e le velocità del vento siano minime, soprattutto nella fascia oraria notturna, tra le ore 20.30 e le ore 7. Pertanto, appare improbabile che la presenza di cattivo odore causata da idrogeno solforato nella zona di Cassarello sia imputabile alla diffusione di tale sostanza dall’impianto di depurazione».