di Barbara Farnetani
GROSSETO – Grosseto chiusa per ferie. È una città deserta quella che appare nella calura di questa domenica 18 agosto, a soli tre giorni da Ferragosto. I negozi hanno le saracinesche sbarrate e sulle porte dei ristoranti campeggia la scritta: in ferie sino al 18.
Il corso vuoto fa rimbombare i passi delle badanti e dei gruppuscoli di turisti che si aggirano attoniti in una città che sembra chiudergli le porte in faccia.
I più, vista l’ora, sono alla ricerca disperata di un bar per una bottiglietta d’acqua e per mangiare qualcosa «volevamo mangiare una pizza – ci dice mischiando italiano e inglese una famiglia tedesca – ma abbiamo trovato aperto solo un kebab» e così invece che italiano si accontentano di mangiare turco.
Certo, Grosseto è deserta (lo si vede quando si cerca un parcheggio), certo, i maremmani, almeno quelli che possono, sono tutti al mare, a godersi la nostra splendida costa, la spiaggia, il sole, e come loro anche la maggior parte dei turisti che hanno scelto di visitare la nostra terra, e certo, hanno diritto alle ferie anche gli esercenti ma… avere così poco da offrire a quei coraggiosi che hanno scelto di visitare ad agosto, ossia il periodo più fertile per la nostra terra turisticamente parlando, il capoluogo maremmano mette un po’ tristezza.
Difficile pensare di voler puntare sul turismo quando ancora si applicano serrate da anni ’80, quando Grosseto si spostava in massa a Marina, Castiglione o Follonica e in città non restavano che pochi vecchietti ad affrontare la solitudine e il caldo.
È come invitare qualcuno a cena e uscire prima che arrivi facendogli trovare la casa vuota. Puntare sul turismo e sviluppare l’idea di accoglienza è anche questo, non far sentire i turisti come se stessero facendo visita ad una città fantasma.