SCARLINO – Sulla moria di pesci nel canale della Solmine interviene Antonino Vella che lamenta il ritardo con cui sono stati fatti i prelievi, dopo le 9 di mattina, quando «già c’erano branchi di pesci di varie dimenzioni che risalivano la corrente per cui, è presumibile che ormai il materiale inquinante fosse finito tutto in mare».
«L’assessore provinciale all’ambiente Siveri, senza aspettare prelievi, analisi e confronti si è precipitata a precisare l’estraneità dall’evento dei reflui di Scarlino Energia visto che (secondo lei) ancora non ci sarebbero state acque reflue di lavorazione prima delle prove di combustione – prosegue Vella -. E’ stata così precipitosa che non ha neanche verificato se, nella giornata precedente, da parte di Scarlino Energia ci fosse stata una richiesta alla Solmine (che procura e concentra le acque marine, di falda e di fiume) di una fornitura d’acqua eccezionale probabilmente da utilizzare per il lavaggio della cisterne inattive dalla scoperta dell’emissione di Diossina nei fumi e l’arresto delle combustioni di CDR, all’interno delle cisterne, tra le altre componenti, avrebbe potuto esserci Idrazina allo stato liquido».
«Anche il nostro sindaco Bizzarri, che nell’occasione avrebbe potuto smarcarsi dall’accaduto ricordando, come ha fatto, la vocazione turistica del territorio e la sudditanza di questa attività alla irresponsabilità di maestranze e dirigenze industriali – precisa Vella -, sulla scia dell’assessore Sivieri, si sia sperticato nell’escludere Scarlino Energia dall’accaduto». E parlando delle aziende Vella prosegue «questi atti di arroganza industriale continueranno finchè non si provvederà ad inserire, nei famosi protocolli di intesa voluti dalla Provincia, Comuni, Arpat e Aziende una penale congrua (almeno € 50.000) al danno evidenziato che, a prescindere dal colpevole, venga pagata da chi gestisce le acque (nel caso specifico Scarlino Energia) del Canale alle Amministrazioni comunali (Follonica e Scarlino) che da questi eventi subiscono il maggior danno d’immagine».
«Infine, come ormai da me suggerito prima al sindaco Fedeli, poi alla Meozzi ed infine al Bizzarri, l’unico modo per risalire ai colpevoli di tali scempi è quello di posizionare, all’immissione di ogni conduttura nel Canale principale, una serie di rilevatori in continuo che, collegati con vasche di raccolta acque su cui convogliare gli inquinanti, possano consentire l’intervento specifico limitando i danni all’ambiente – conclude Vella -, alla salute, all’immagine ed all’economia del territorio».