SCARLINO – «Ad oggi, dopo la chiusura dell’impianto di fine maggio a causa degli sforamenti di diossina che, è ormai documentato, sono probabilmente avvenuti anche nei mesi precedenti, non ci pare sia stato fatto quanto dovuto» ad intervenire sulla riapertura dell’impianto dell’inceneritore di Scarlino Energia e Mario Monciatti (nella foto) presidente Comitato per il No all’inceneritore: «Non si è appurato cosa è accaduto nell’impianto e perché, per quanto tempo le emissioni siano state fuori norma ed in che misura, quali provvedimenti siano stati presi per evitare il ripetersi degli eventi inquinanti e quali garanzie oggettive siano state ottenute da Scarlino Energia».
«Di tutto questo – prosegue Monciatti – non vi è adeguata traccia ed alla popolazione, nuovamente, non sono offerte le dovute spiegazioni. Così mentre la Provincia formula ulteriori quanto inutili e non più credibili prescrizioni, la cui inefficacia è conclamata dai fatti, ed il Comune di Scarlino sta in sostanziale silenzio alla finestra a guardare, gli abitanti della Piana di Scarlino e tutti i lavoratori dell’area industriale rimangono ancora privi di una vera, effettiva e dovuta tutela. Ciò non ci sorprende, ma ci indigna e rinnova la determinazione per reagire con forza in tutte le forme e sedi che la legge consente. Crediamo, fra l’altro, che lo stesso sapranno fare i cittadini elettori quando saranno chiamati ad esprimere con il proprio voto un giudizio su quella politica che ha saputo solo fare promesse vane per carpirne la fiducia, per poi tradirla ripetutamente in favore delle sudditanze e convenienze politiche».