a cura di Piero Simonetti
GROSSETO – Il nuovo vescovo di Grosseto monsignor Rodolfo Cetoloni, è il sesto Mitrato grossetano appartenente all’Ordine Francescano. I cinque predecessori francescani sono stati:
Pietro, detto Pepo. (1220 – 1228)
Bartolommeo (1278 – 1288)
Restauro (1306 – 1328)
Giacomo Tolomei (1384 – 1390)
Giovanni Pellei (febbraio 1664 – giugno 1664)
Monsignor Rodolfo Cetoloni, appartenente all’Ordine dei Frati Minori, è il 76° prelato alla guida del popolo maremmano, iniziando la numerazione dal primo vescovo noto, come dalla cronotassi redatta a metà del XVIII secolo dall’Anichini, ossia da quel Vitelliano vescovo di Roselle nel 498. Da non dimenticare che nel 1138 la sede vescovile si trasferì da Roselle a Grosseto, al tempo di Rolando vescovo.
Frate Pietro fu eletto nel 1220. Qualche studioso ascrive fra’ Pietro all’Ordine Cistercense di S. Galgano, mentre l’Anichini lo pone più convintamente come appartenente ai Francescani, citando a sostegno l’autorevole opera “Annales Minorum” del Padre irlandese Luca Wadding (Waterford 1588 – Roma 1657). Inoltre Grosseto può gloriarsi anche di un altro pregio particolare, ossia quello di avere avuto la nomina a vescovo di frate Pietro, quando San Francesco era ancora vivo. Infatti frate Pietro venne eletto vescovo di Grosseto ben sei anni prima della morte del Poverello d’Assisi (1182 – 1226). E fu probabilmente proprio il vescovo Pietro che favorì il subentro dei Padri Minori suoi fratelli al godimento e possesso del monastero di S. Fortunato (ove tutt’oggi risiedono i francescani a Grosseto), subito dopo che i monaci benedettini l’abbandonarono “propter aeris intemperiem”.
Frate Bartolommeo, nativo di Amelia in provincia di Terni, successe ad Azio II nel 1278, dopo la breve parentesi di Bindo di Montorgiali, vescovo eletto dal Capitolo della Cattedrale grossetana ma non approvato dal Papa Niccolò III. Bartolommeo fu vescovo di Grosseto fino al 1288 e svolse con merito importanti incarichi papali, fra cui è da ricordare la missione a Costantinopoli per trattare circa l’unione della Chiesa Greca con quella Latina.
Frate Restauro, nominato vescovo nel 1306, fu l’ultimo eletto direttamente dal Capitolo della Chiesa grossetana. Il vescovo Restauro si distinse per il lavoro di ammodernamento di molti aspetti della Chiesa locale e dei suoi regolamenti.
Frate Giacomo Tolomei, figlio di Soccino Tolomei nobile senese, fu eletto vescovo nel 1384. Di lui si ricorda la spiccata operosità postorale e la convinta azione a sostegno della sede conventuale dei frati Minori in Grosseto.
Fra’ Giovanni Pellei, nativo di Radicofani. All’atto della sua elezione all’Infula grossetana, avendo ancora impegni da ultimare, incaricò il Padre Guardiano dei Frati Minori in Grosseto di prendere formalmente possesso della diocesi il 23 febbraio 1664. Ma il vescovo Giovanni si ammalò gravemente nella sua casa natale a Radicofani, ove morì l’8 giugno 1664, senza neanche poter raggiungere la sua sede episcopale a Grosseto.