di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Alla fine la festa democratica si farà. A dirla tutta, secondo gli organizzatori, l’evento non è mai stato messo in dubbio e, a partire dal primo di agosto, era già stata approvata la nuova edizione dell’evento che rappresenta ormai un classico. La tradizione però, si veste da novità, perché per la prima volta la festa del Pd avrà come teatro il parco di via Giotto, una location inedita dopo che l’anno scorso era stato tentato l’esperimento di via Leoncavallo. Inutile nascondere le difficoltà economiche del momento che hanno originato qualche malumore e qualche perplessità sull’effettiva convenienza della festa, ma alla fine il Pd, al di là di un saldo negativo, ha decido di mantenere in vita l’impegno preso con i cittadini. «Non ci dimentichiamo che per tradizione la festa democratica e la festa di tutta la città – precisa Roberto Panfi, segretario dell’unione comunale del Pd -. Abbiamo tante idee da mettere in campo e con quelle speriamo di ottenere il risultato positivo». Per questo motivo il nuovo progetto punta ad abbattere i costi di gestione, proponendo una festa più raccolta e meno dispendiosa, ma che al tempo stesso non trascuri la qualità dell’offerta. Si punta così a raggruppare le cucine che daranno vita all’aspetto culinario, i gruppi musicali avranno uno spazio più ristretto, quindi non suoneranno le formazioni troppo numerose, mentre un taglio significativo è stato dato allo spazio giovani, per motivi di budget. Confermata, invece, l’area che riguarda i giochi come la tradizionale tombola e lo spazio dedicato ai bambini.
Una rassicurazione importante, gli organizzatori, la rivolgono ai fruitori giornalieri del parco, perché non verrà occupata la zona di chi sceglie l’area per l’attività fisica. Quindi il velodromo resterà libero, così come il verde irriguo. Troveranno spazio anche i tradizionali stand, mentre sarà allestita l’area dibattiti, con alcune presenze politiche a livello nazionale, anche se ancora da confermare. Presente anche la parte culturale che sarà curata dalla Fondazione Bianciardi e dall’Istituto Gramsci. Insomma, la festa democratica tenta un nuovo approccio in un’area cittadina diversa, il tradizionale appuntamento sulle mura medicee appartiene al passato, anche per i più nostalgici. Sarà una festa in cui si guarderà maggiormente all’aspetto economico, perché la crisi colpisce anche questi eventi, sarà più raccolta, più ristretta, ma con maggiore qualità, sperando che il messaggio sia recepito anche a livello di presenze.