CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – Un luogo 100 luoghi, lo stesso posto, paese, piazza che cambia mille volte, sempre diverso non solo e non tanto nella sua parte architettonica, quanto e soprattutto perché cambia il contesto sociale, la gente che quel posto abita e vive. Le cartoline raccolte da Alessandro Bellucci sono questo, tante istantanee di un mondo in continuo movimento. Di un mondo che, nell’arco di un cantinaio di anni, è cambiato più che nei secoli precedenti. Saluti da Castiglione, così si intitola il primo appuntamento della rassegna “Libro al mare” che ha preso avvio ieri sera, e che è stato moderato dalla giornalista de IlGiunco.net Barbara Farnetani. Quattro appunatameneti più uno, uno ogni domenica, al Piazzale Marystella, a Castiglione della Pescaia, per parlare dei temi più vari, dagli Etruschi agli animali da condominio, più uno a Vetulonia, giovedi 8 agosto, con il libro “Viteliù” (nella foto sopra Alessandro bellucci con il sindaco Giancarlo Farnetani).
Quello di ieri sera è stato un incontro particolarmente partecipato, come già aveva riscosso molto successo la mostra che Bellucci aveva fatto a gennaio, 600 visite in soli quattro giorni. Il libro, stampato dalla casa editrice Effigi con la collaborazione del comune di Castiglione della Pescaia, è una raccolta di 150 delle oltre 700 cartoline della collezione di Bellucci. Una carrellata che dalla fine dell’800 arriva sino ai giorni nostri. Una collezione che, come capita spesso con le collezioni più accurate, è uno spaccato di storia. La Maremma da terra agricola a luogo di villeggiatura, gli abiti e i costumi di questi Castiglionesi che cambiano con il mutare del contesto sociale. Si dice a volte con rammarico che le cartoline non vengono più spedite, soppiantate da un mondo veloce che non può attendere giorni, quelli che impiega il servizio postale per recapitarle. È vero, le cartoline non si usano più, ma ci sono altri modi, proprio grazie alla tecnologia, di rendere partecipi amici e parenti del nostro viaggio, del nostro divertimento: grazie ai nuovi telefoni capita sempre più spesso di inviare foto dei luoghi che visitiamo, e in fondo va bene anche così, se il nostro fine è sempre quello di sentire vicine le persone lontane in un momento di divertimento, o in cui siamo bene.
E così Bellucci ricorda le parole di una nonna che, in villeggiatura con la nipotina, rassiciure la mamma a Firenze che la piccola ha preso “un bel colorito roseo” o ancora la descrizione in rima di un paese che, all’epoca, non doveva essere troppo ospitale se il turista afferma pieno di zanzare, di cornacchie di donne brutte e di gente scortese. Quanta acqua è passata sotto ponte Giorgini da allora: le cartoline ci rimandano l’immagine di una Castiglione piena di opportunità e di divertimenti, con paesaggi mozzafiato e alberghi moderni. Quello di Alessandro Bellucci è un libro particolarmente piacevole, perché offre uno spaccato di storia, quella con la s minuscola, di cui i libri non parlano, e che senza l’opera accurata e certosina, l’amore quasi di Bellucci, forse sarebbe andata perduta.