di Barbara Farnetani
GROSSETO – Non bisogna ingigantire il problema Mafia, perché diventi l’alibi dietro cui nascondersi ma neppure sottovalutarlo fingendo che qui nulla possa accadere. Questo, in sostanza, il pensiero del Prefetto di Grosseto, Marco Valentini che questa mattina ha fatto un consuntivo di questi 15 mesi di attività in attesa di lasciare, giovedi prossimo, il proprio incarico. Un anno e tre mesi che hanno visto, anche nella prevenzione contro la criminalità organizzata uno dei punti cardine. Valentni ha parlato di un incontro a Firenze, con il Procuratore distrettuale antimafia, da cui era emersa la percezione della presenza della mafia sul territorio, percezione che però non sfociava poi in un numero di procedimenti penali corrispondenti. Da questa costatazione è stata messa in piedi tutta una serie di azioni: sono state convocate riunioni interforze sulla criminalità. «Stiamo raccogliendo informazioni soprattutto per la zona nord della provincia dove sono presenti alcune persone in soggiorno obbligatorio – afferma Valentini – vogliamo creare un bacino di notizie così da fare un’analisi puntuale del territorio prima che il fenomeno si allarghi».
E poiché la criminalità è notoriamente interessata alle grandi opere ecco il motivo dello specifico protocollo firmato anche col ministro Cancellieri per l’apertura dei cantieri della senese. «Stesso protocollo anche per le opere post alluvione ad Albinia così da effettuare controlli su tutte le imprese che hanno contratti». I controlli preventivi sono fondamentali, come i due accessi al cantiere ex Ilva di Follonica, fatti per vedere chi lavora e con quali mezzi. Tutta questa attività preventiva ha portato ad un raddoppio del lavoro per l’ufficio antimafia: «Dal 2012 al 2013 sono raddoppiate le verifiche antimafia, da 1.500 alle 1.689 dei primi sei mesi del 2013, da 130 a 110 (sempre nei primi sei mesi del 2013) le informazioni antimafia. Per quanto riguarda l’immigrazione, con l’emergenza nord Africa abbiamo gestito 570 casi, 113 le persone ospitate negli otto centri di accoglienza, ma solo 13 persone, 13 soggetti vulnerabili sono ancora sul territorio. Nel 2012 sono state 585 le persone che hanno partecipato ai corsi di lingua italiana, mentre nella prima parte del 2013 571. 42 le espulsioni di stranieri. La presenza di stranieri peraltro non è particolarmente elevata se si esclude il comune di Montieri. Per quanto riguarda le richieste di cittadinanza per matrimonio, nel 2012 ne sono state concesse 84, 27 nel 2013, mentre sono stati 34 quelli che l’hanno ottenuta dopo dieci anni di residenza e 13 nel 2013».
Quanto poi alla lotta al crimine il Prefetto Valentini parla di una provincia in controtendenza. Se nel resto del paese si è assistito, con il sopraggiungere della crisi ad un innalzamento dei reati predatori e dunque di furti e rapine, in provincia di Grosseto si è invece avuta una leggera flessione del 3,8% e del 2% per quanto riguarda la città capoluogo. Di contrapposto è invece aumentato il numero delle persone fermate per reati di vario genere. Il Prefetto ha parlato di un coeso lavoro di squadra con le forze sul territorio: «Abbiamo cercato di mettere al centro le peculiarità del territorio, la modernizzazione la si fa non a Roma, ma sui territori, è così che il paese cresce e si evolve. Abbiamo cercato di sviluppare l’integrazione tra i soggetti, e di risolvere i problemi garantendo i diritti delle persone». Valentini ricorda poi il Patto sulla sicurezza un progetto su cui sono confluite risorse per un milione e 700 mila euro e che sta dando i suoi frutti con il contrasto a quei fenomeni di microcriminalità per cui si stava diffondendo un certo allarme.
Valentini ricorda poi il protocollo firmato con la Provincia per la creazione di una unica sala di Protezione civile ottimizzando le risorse e creando un luogo unitario per far confluire le comunicazioni. «Serve un confronto con tutti i sindaci della provincia per creare una scala di priorità di intervento, così da mettere chi può fare investimenti di fronte a queste priorità, perché intervenire dopo che un disastro c’è stato costa dieci volte di più che intervenire prima. La Maremma – ha concluso Valentini – è paradigma di tutto il paese con la bellezza del territorio, la storia, la vocazione agroalimentare, per questo può rappresentare l’intero paese nella sua voglia di ripresa e rinascita». E parlando del suo successore, Anna Maria Manzone, che si insedierà giovedi, racconta: «È una donna molto in gamba, un’amica da 30 anni, con cui ho lavorato in passato, una donna di grandi qualità che sono certo porterà a termine quanto iniziato e non completato per mancanza di tempo». Valentini andrà a dirigere l’ufficio legislativo del dipartimento pubblica sicurezza a Roma.