GROSSETO – «Prendo atto di come l’Amministrazione provinciale abbia finalmente tenuto conto della grande novità intervenuta nel mondo delle energie rinnovabili, a seguito del decreto ministeriale del 6 luglio 2012, che regola gli impianti energetici alimentati da biogas e biomasse, ma sono altrettanto convinto che questo atto non risolva i problemi degli impianti e dell’agricoltura maremma. A tale scopo, nel prossimo settembre, vorremmo metterci nelle condizioni di organizzare un incontro sereno e aperto per discutere di una problematica così importante, perché siamo convinti che andremo incontro a ulteriori modifiche in materia a livello regionale e comunitario». Il presidente di Confagricoltura Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, commenta così il regolamento approvato dal consiglio provinciale nell’ultima seduta, ma aggiunge anche nuovi elementi alla discussione, in attesa, come pronunciato, di un confronto più serrato.
«Dobbiamo tenere in debito conto che il nuovo concetto di fare energia – spiega Vivarelli – punta oggi soprattutto sui sottoprodotti della filiera agricola e agroindustriale. Poiché il biogas che vogliamo produrre in Maremma deve essere compatibile con l’uso del suolo e delle acque è giusto prevedere l’impiego di percentuali importanti di biomasse. Ma a questo punto non possiamo fare a meno di osservare che nella delibera di interpretazione del Piano territoriale di coordinamento, vi sia una limitazione che rende inutile lo sforzo fatto di seguire la novità nazionale. Pare dunque che in Maremma, vi sia una sorta di autolesionismo diffuso visto che immaginarsi una raccolta di sottoprodotti in un raggio di filiera corta di meno di 70 chilometri significhi dimenticarsi dove sono le filiere dei cereali, dell’olio, dello zucchero, del tabacco, della frutta e della zootecnica».
Secondo Vivarelli Colonna il pericolo concreto è che si arrivi a falsare le regole della concorrenza e del libero mercato, penalizzando le aziende agricole maremmane, già condizionate da una congiuntura economica difficile. «Sono convinto – conclude – che molti imprenditori rinunceranno a realizzare anche impianti già autorizzati proprio per il problema dell’approvvigionamento. Ecco perché, nel prossimo autunno, è necessario un confronto serrato per non incorrere in quello che qualcuno già definisce il tramonto delle biomasse e del biogas a causa dell’applicazione di una norma discriminatoria per gli imprenditori agricoli maremmani».