GROSSETO – Si terrà a Sansepolcro, in Toscana, e non più a Vasto l’appuntamento nazionale che l’Italia dei Valori organizza ormai da anno per il mese di settembre.
A volerlo anche il nuovo segretario nazionale dell’Idv Ignazio Messina. Un appuntamento che il consigliere comunale di Grosseto Stefano Rosini (nella foto) giudica però “un’operazione nostalgia” che «ha il sapore di un gesto rituale».
«Non vorremmo somigliare ai leghisti con la loro “ampolla” sul Po o a Berlusconi con l’annunciata rinascita di “Forza Italia” anche lui a Settembre. La nostalgia “canaglia” sembra avvolgere l’Idv».
Ma le critiche di Rosini non si limitano alla convention di Sansepolcro, ma anche all’atteggiamento che è stato tenuto nella riunione che il neo segretario del partito ha tenuto a Roma qualche giorno fa.
«Nella riunione sono uscite parole vecchie e metodi vecchi dove i giovani erano assenti, al mare forse, oppure non informati o semplicemente indifferenti o ancora alla ricerca di altre sponde politiche».
«Devo dire onestamente che il segretario Messina , dopo un riferimento alle origini come per accontentare la platea, ha spronato e invitato il partito a guardare avanti, al futuro, di non fermarsi a rivangare i tempi andati ed eroici».
Una riunione quella romana in cui sono coomunque state gettate la basi dell’azione politica del prossimo futuro. Tra le iniziative alle quali sta lavonrando Idv la proposta di legge popolare «per dire “no al gioco d’azzardo».
«Certamente il gioco d’azzardo è un problema – dice Rosini –, ma non è il “problema”, ci sono lo sappiamo molti cittadini in cura per la dipendenza, ci sono problemi etici, ed economici che ne fanno sicuramente una questione da valutare. Il gioco d’azzardo è visto, dalla gente comune, sempre come un “vizio”, e in questa fase, forse, era meglio puntare su argomenti che pressano e angustiano maggiormente i cittadini, a partire dai problemi sul Lavoro, sulle pensioni, sulla gestione dell’Inps, sul “vampiro” di Equitalia, sui fallimenti delle aziende, sui problemi delle partite Iva, sulle tasse; insomma, secondo me forse era decisamente meglio puntare “forte”, per poter ripartire velocemente. Mi sembra di rivedere un po’ i radicali degli anni ’80 con iniziative e banchetti e raccolta di firme su questioni a volte troppo marginali e poco sentite, che sfociavano in referendum che non raggiungevano poi nemmeno il quorum».