di Barbara Farnetani
CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – Attentato per finalità terroristiche o di eversione. È questa l’accusa contestata ad alcuni attivisti No Tav ritenuti responsabili dell’assalto al cantiere di Chiomonte, in provincia di Torino. Tra i 12 indagati anche un ragazzo di Castiglione della Pescaia.
Questa notte sono scattate le perquisizioni degli agenti della Digos nelle abitazioni e nei locali di riferimento del movimento: a Torino, Bussoleno, Brusasco, Susa, San Mauro e appunto in provincia di Grosseto, a Castiglione della Pescaia. L’ipotesi di reato contestata è particolarmente grave, e prevede sino a 20 anni di reclusione.
Le indagini, condotte dai pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, hanno seguito il sul blitz al cantiere Tav che avava fatto segnare una vera e propria escalation di violenza, con lancio di razzi, bombe carta, sassi e molotov.