di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Se sulle aree Peep l’amministrazione fa un passo indietro sono contento per i cittadini, ma sono anche indignato per come ci hanno trattato in questi mesi e per questo annuncio che è stato fatto non nelle sedi istituzionali, ma durante un’assemblea del Pd aperta, peraltro, solo agli iscritti». Fabrizio Rossi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale non è soddisfatto «gli amministratori devono esprimersi con gli atti» prosegue Rossi attaccando due assessori, Paolo Borghi («che lascia alle assemblee le soluzioni ai pastrocchi che fa») e Luca Ceccarelli («ci ha dato dei confusionari e invece si dovrebbe dimettere»). «Questa delibera ha triplicato le tariffe dalla mattina alla sera – precisa Rossi -. Non sono bastate le proteste dell’opposizione, la Corte dei Conti, il difensore civico per far cambiare idea al comune». L’opposizione rivendica poi la paternità, almeno parziale di queste modifiche. «Il sindaco – afferma Luigi Colomba, capogruppo misto – mi ha incaricato di rivedere i parametri con il dirigente De Bianchi. Il costrutto, l’impalcatura resterà la stessa, ma ci sono tre settori in cui agire: la zona in cui sorge l’edificio: Grosseto capoluogo, Marina, il resto delle frazioni; l’epoca di costruzione: sino al ’71, dal ’72 al ’92, dal ’93 ad ora; la tipologia: a schiera, in linea, a torre. In base a questi parametri si andrà da un minimo di 13 mila ad massimo di 15 mila euro, raddoppiando così quanto dovuto e non triplicandolo, andando così incontro alle esigenze di 400 famiglie. Dopo che il 19 luglio la soluzione è stata trovata nessuno di noi è andato sulla stampa a sbandierare di aver trovato la soluzione, perché la paternità doveva essere del consiglio comunale».
«Questo atto – gli fa eco Riccardo Megale della lista Lolini – non è mai stato strumentalizzato dai consiglieri di minoranza, poi, colui che ha creato il problema, Paolo Borghi, è andato ad annunciare la soluzione ad una assemblea del Pd. Adesso chiediamo che ci dicano, nelle sedi istituzionali, i motivi di questo ravvedimento. L’ufficio del difensore civico ha richiesto il 16 giugno i parametri dei calcoli, sono passati più di 30 giorni e non hanno ancora ricevuto nulla». «Questo tipo di comportamenti mina la credibilità delle istituzioni – puntualizza Giacomo Gori del Movimento 5 Stelle – si è trattato di un errore in buona fede? Io credo che il Re sia nudo, e che chi lavora in certi settori debba essere competente: se non lo è deve andare a casa». «La Giunta ha creato un problema e poi vuol passare come se avessero salvato la città – afferma Giacomo Cerboni del Pdl -. La verità è che i criteri che avevano adottato non andavano bene, hanno sempre detto che non si potevano toccare, che si sarebbe andati incontro al danno erariale, e adesso invece non è più così. O qualcuno non era adeguato prima oppure qualcuno, l’assessore Ceccarelli, dovrebbe fare un passo indietro e dimettersi». L’ultima domanda che si pone l’opposizione riguarda coloro che hanno già riscattato le abitazioni con le nuove tariffe: «Che cosa succederà? Verranno rimborsati?».