GROSSETO – “Le parti firmatarie si incontreranno a settembre per discutere circa l’applicazione del piano degli esuberi”. «Questa affermazione, inserita nel testo di un verbale di esame congiunto per cassa integrazione straordinaria, nel quale non è stato consentito alla Filctem-Cgil ed a quattro quinti della rappresentanza sindacale di dichiarare il loro pensiero sulle cause che hanno condotto alla crisi, comporterà conseguenze pesanti». E’ il pensiero delle Rsu Cgil di Abbigliamento Grosseto che si dichiarano preoccupate per gli ultimi accadimenti e per i licenziamenti che si potrebbero materializzare già a settembre, secondo un piano esuberi che rischia di far perdere diversi posti di lavoro.
«Una frase che vuol dire che a settembre amministratore, Associazioni Industriali, Femca-Cisl e Uilta-Uil hanno intenzione di procedere al licenziamento di quelle lavoratrici e lavoratori che chiedono, insieme a tutte le istituzioni, che venga seguito il percorso previsto dalla Prodi bis per salvare la azienda dalla definitiva chiusura, escludendo la Filctem-Cgil e quattro rappresentanti sindacali su cinque – spiegano le Rsu della Cgil – vuol dire far perdere il lavoro alle iscritte e agli iscritti alla Filctem-Cgil, oltre 150 su 224 dipendenti, rei di non aver accettato passivamente, come Femca e Uilta, il concordato preventivo chiesto dall’azienda perché porterà solo al fallimento».
«Sappiamo bene che questa è la stupida minaccia di un “morto che cammina”, perché Abbigliamento Grosseto è morta, visto che i primi giorni di settembre scadranno i 120 giorni del concordato preventivo e vi sarà l’ammissione alla Prodi, come ci auguriamo, o il fallimento perché non troverà i soldi necessari da dare ai creditori, perché fare 100 licenziamenti vuol dire corrispondere altrettanti TFR, i ratei, le mensilità arretrate, oltre agli omessi versamenti al fondo previdenziale, a spanne circa due milioni di euro che non ci sono – sostengono dalle Rsu Cgil -. Quello che comunque non possiamo accettare è la violazione delle regole democratiche, l’arroganza e la ferocia con cui si vuol colpire chi non è d’accordo per nascondere gli errori commessi e la cronica sudditanza rispetto all’azienda. Non essendo capaci ed usare la diplomazia lo diciamo con la massima chiarezza: hanno accettato il ruolo di sicari per colpire chi è scomodo per il “padrone”».
«Abbiamo usato le sigle sindacali in modo preciso perché non ci piace fare di tutt’erba un fascio. Ci meraviglia il nuovo corso “alla Squinzi” inaugurato dalla Associazioni Industriali di Grosseto, ma ci interessa di più sapere se Cisl e Uil provinciali concordano con la scelta fatta dalle loro categorie – proseguono -. Poiché un simile caso, per la sua gravità, non può rimanere circoscritto solo localmente, inviamo questa nostra anche alle segreterie nazionali di Femca-Cisl, di Uilta-Uil per sapere se ritengono di intervenire o, altrimenti, di avallare la posizione delle loro strutture locali e alla segreteria nazionale della nostra organizzazione sindacale, la Filctem-Cgil, affinché ne faccia buon uso».
«Alle lavoratrici ed ai lavoratori che non hanno aderito alla nostra lotta ricordiamo che non abbiamo mai impedito o messo in discussione il loro diritto di continuare a lavorare, che ci stiamo battendo per mantenere tutti i posti di lavoro, anche il loro, e che non chiederemo mai di licenziare lavoratori che non la pensano come noi, ma diciamo loro che a questo punto debbono marcare chiaramente la loro distanza dagli aspiranti sicari – concludono -. Infine troppe volte Femca-Cisl e Uilta-Uil hanno rinviato le elezioni per il rinnovo della Rappresentanza Sindacale Unitaria. Ora basta, prima della fine del mese di luglio esigiamo venga finalmente fissata la data delle elezioni».