GROSSETO – È polemica sulla scelta di rinviare la nomina di Cda e presidente di Acquedotto del Fiora. Ad intervenire i sindacati ma anche il sindaco di Capalbio, Luigi Bellumori, che chiede «nomine in continuità con le performances degli attuali amministratori e le competenze previste dallo Statuto societario era ed è condizione imprescindibile. Il presidente Ceroni ed i suoi collaboratori hanno tenuto sempre un colloquio con i territori. L’Assemblea dei presenti avrebbe dovuto mantenersi aperta fino al 23 luglio data limite nella quale procedere alla nomina del nuovo CdA. Il fatto di riconvocare e riorganizzare un’Assemblea per punti su un odg inviato oltre un mese fa è inopportuno oltreché antieconomico per la società stessa. Il voto contrario espresso al rinvio al 29 luglio come proposto da alcuni e dunque votato a maggioranza, era proprio in questa ottica evitare che le beghe di alcuni sindaci senesi presenti che non vogliono la riduzione dei consiglieri da 9 a 7 e di alcuni sindaci grossetani presenti che lamentano poco coinvolgimento, coinvolgesse l’azienda e la sua immagine».
Cisl e Uil si dicono invece «fortemente preoccupati per la situazione che si è venuta a verificare: una delle società partecipate più importanti della nostra provincia attualmente agisce in regime di prorogatio nel periodo dell’anno con più alta affluenza di persone perché la politica, seppur a maggioranza, non è stata in grado di decidere». Affermano Fabio Della Spora e Rinaldo Carlicchi, di Femca Cisl e Uiltec. «Chiediamo alla parte pubblica che detiene il 60% della società, che garantisca in tempi brevi una guida autorevole per il bene e la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori».