GROSSETO – Ancora botta e risposta sulla questione legata alla mancata firma della Cgil sulla richiesta di cassa integrazione straordinaria per crisi, avvenuta nella giornata di ieri. E’ direttamente il segretario generale della Filctem Cgil Grosseto Furio Santini a rispondere alle accuse lanciate prima da Cisl e Uil, poi da una parte delle maestranze, firmatarie di un documento unitario. «Per fortuna nella vita più che le parole, dette o meno in libertà, contano i fatti – spiega Santini -. E rispetto alle accuse di autolesionismo e irresponsabilità che ci sono state mosse da Cisl e Uil in seguito alla “mancata firma” della conversione della cassa integrazione alla ex Mabro, ci preme evidenziare alcune cose: per la conferma della Cigs, Filctems era presente a Roma con una delegazione composta da un componente della Rsu, dal sottoscritto e un segretario regionale, inoltre, nella riunione “incriminata” ha fatto mettere una nota a verbale che recita testualmente: “prendiamo atto dell’incapacità dell’azienda di realizzare il progetto di riorganizzazione presentato per l’ammissione alla Cigs, per effetto della crisi di natura produttiva economica e finanziaria”».
«Confermiamo il nostro convincimento, più volte manifestato, che se il piano di risanamento aziendale, che ha accompagnato il nostro assenso in sede di esame congiunto per l’ammissione al beneficio dell’integrazione salariale straordinaria per crisi, non dovesse essere realizzato, si dovrebbe procedere nei tempi più celeri possibili all’attivazione di tutti gli strumenti utili ad attivare l’amministrazione ex l. 270/1999 (Prodi bis) – prosegue Santini -. Con l’obiettivo di garantire la conservazione e non dispersione delle maestranze operanti nell’azienda».
«Un passaggio così delicato, a nostro avviso, ha bisogno di un momento di confronto con le lavoratrici coinvolte. L’assemblea è già fissata per domani pomeriggio, e ci piacerebbeb che qust necessità fosse compresa da tutti. A fronte di un’udienza per l’ammissibilità della Prodi bis fissata per domani, rileviamo invece sia la forzatura sui tempi imposta dall’azienda, che ritiene così di avere una posizione di vantaggio, sia la piena acquiescenza di Cisl e Uil nell’assecondare ogni sua strategia – continua Santini – Ci siamo dannati l’anima per poter ottenere il rinnovo della cassa integrazione e, anche se modificato nella tipologia, lo avremmo comunque sottoscritto per responsabilità nel giro di un giorno. Se si voleva un percorso unitario bastava aspettare un attimo».
«A parole tutti i sindacati, oltre che tutte le istituzioni, vorrebbero la Prodi bis; se domani un giudice esamina la questione è soltanto perchè lo ha chiesto la Filctem Cgil – precisa Santini -. Da parte loro CISL e UIL, che erano certe sarebbe avvenuto, aspettavano che la parte datoriale la presentasse entro lo scorso 30 giugno. Senza voler offendere l’intelligenza delle persone, la “celerissima” tempistica della convocazione all’Upl di ieri non ci è apparsa estranea all’udienza di domani; il nostro convincimento è che la parte datoriale abbia voluto effettuare una forzatura sui tempi, convinta di ottenerne un vantaggio che non ha niente a che vedere con la cassa integrazione, ed ancora una volta Cisl e Uil di categoria si sono appiattite sulla posizione del datore di lavoro, pensando di essere le uniche titlari del senso di responsabilità e offendendo pubblicamente la Filctem Cgil».
«Cerchiamo con grande fatica di portare avanti un percorso con la massima coerenza; a volte discutendo animatamente anche con la nostra rappresentanza sindacale interna che rivendica i suoi spazi di autonomia – conclude Santini -. Per la Filctem-Cgil la priorità resta salvare il lavoro e garantire il sostegno degli ammortizzatori sociali alle lavoratrici della Mabro. Il resto sono chiacchere. Su questa vicenda oramai da tempo se ne stanno facendo troppe, e questo non aiuta a trovare buone soluzioni. Stiamo facendo di tutto per provare ad abbassare i toni e tenere un profilo adeguato, ognuno di noi fa sindacato e cerca di farlo al meglio per le persone che rappresenta. Se poi invece vogliamo continuare a farci del male pensando di ottenere chissà quale risultato, non siamo abituati a prendere gli schiaffi e rimanere in un angolino».