di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Non abbiamo alcuna ossessione nel ridurre l’offerta sanitaria, forse ci saranno spazi che saranno trasformati per ospitare cure ambulatoriali o intermedie, ma non verranno chiusi ospedali né pronto soccorso. Vogliamo riorganizzare i posti e sviluppare le cure intermedie, quel che è certo è che la Regione non ci chiede altri tagli». Il direttore generale della Asl 9, Fausto Mariotti (nella foto sotto), risponde alle accuse venute nei giorni scorsi dai sindacati del settore ribadendo la volontà di aprire 56 posti letto per cure intermedie, hospice e riabilitative, quanto poi ai posti letto «Non è vero che la Asl 9 ha meno posti letto delle altre Asl, abbiamo solo il tasso di ospedalizzazione più basso» precisa. Questo parametro, posto dalla Regione e già raggiunto, vede la Asl 9 con un tasso di ospedalizzazione di 120 ricoveri ogni mille abitanti, 1,2 su 10 persone, che significa che 1,2 persone su 10, una volta all’anno, «viene ricoverata per circa una settimana», come ha precisato il direttore sanitario Danilo Zuccherelli.
L’obiettivo è quello di far si che ciascun ospedale abbia un proprio ruolo specifico «Magari a Massa Marittima l’ortopedia si concentrerà su piede e mano, a Orbetello su femore e ginocchio mentre a Grosseto si lascerà la chirurgia maggiore – continua Mariotti – gestendo i flussi dei pazienti e decongestionando Grosseto». Insomma si alle specializzazioni ma niente inutili doppioni. Per quanto riguarda i patti territoriali, gli accordi per l’area grossetana e quella dell’Amiata sono già raggiunti, anche se non firmati, mentre si sta ancora lavorando per le Colline Metallifere e della zona dell’Albegna. Saranno ridotti i posti per chirurgia, sovradimensionati rispetto a quel che chiede la microchirurgia che abbatte l’ospedalizzazione, e aumentati quelli di medicina, di pari passo con una popolazione che invecchia». A questo si affiancano le cure intermedie «perché per diminuire l’ospedalizzazione è necessario intensificare l’assistenza sul territorio». Quanto poi al rischio di lasciare negli ospedali periferici solo la chirurgia minore Mariotti precisa che non tutti gli ospedali possono specializzarsi in ogni tipo di intervento «anche da Grosseto se c’è un trauma importante si ricorre a Siena. Non bisogna dimenticare che in tre anni il fondo sanitario regionale subirà un taglio di 6-700 milioni di euro». E proprio per aiutare gli spostamenti da un ospedale all’altro Mariotti continua a puntare sulla moltiplicazione delle elisuperfici. «Erano quattro quando sono arrivato, ora sono dieci e voglio arrivare a 19. Anche per superare i problemi delle infrastrutture viarie maremmane».
Quanto poi ai parametri analizzati dall’istituto Sant’Anna, Mariotti precisa «dentro ci sono 500 indicatori, non sono fatte per valutare le performance dei dirigenti sanitari, visto che il pareggio di bilancio è un prerequisito. Dal 2005 siamo sempre nei primi posti tra le Asl toscane. Dal 1987 il tasso di mortalità si è costantemente ridotto allineandosi a quello regionale. È scesa la mortalità da tumori, come anche la mortalità infantile, stanno scomparendo le malattie respiratorie legate al lavoro minerario, si è alzata la speranza di vita alla nascita». Per quanto riguarda la premorienza che si continua a rilevare in Maremma rispetto alla Toscana, Mariotti fa notare «resta alto il tasso di mortalità legato agli incidenti stradali per cui siamo sempre nelle ultime posizioni. Possiamo migliorare ulteriormente le cure di pronto soccorso, ma non posso costruire le strade». Ci sono ancora criticità in provincia di Grosseto: il 30% della popolazione fuma (il fumo è particolarmente diffuso tra le persone con un basso titolo di studio e difficoltà economiche), il 10% è obeso, il 33% in sovrappeso e c’è una scarsa attitudine al movimento. Quanto poi ai nuovi nati, in Maremma resta tradizionalmente un po’ più alta l’incidenza di nascite sottopeso, mentre l’8,4% dei parti da donne italiane e il 12,5% delle straniere è pretermine.
Quanto poi alle polemiche di questi giorni, anche da parte di alcuni sindaci, Mariotti afferma «la questione è venuta a galla a seguito dell’”accordo” tra regione e sindacati dei medici. In una parte, che però non è stata siglata e dunque non fa parte dell’”accordo” era riportata l’opinione dei sindacati medici sulla riorganizzazione degli ospedali, questa presa di posizione ha spaventato i sindaci, ma, ripeto, non fa parte dell’intesa». Infine la rassicurazione «Marroni ci chiede di trovare una sintesi tra le esigenze dei sindaci e quello che si può fare come Asl, dopodiché i patti territoriali saranno siglati dell’assessore Marroni».