di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Il comandante non se ne è andato, il comandante è caduto dalla nave» Così il legale di Francesco Schettino, Domenico Pepe, risponde alle domande dei giornalisti subito fuori dal teatro moderno, in cui si è tenuta l’udienza per il naufragio della Costa Concordia. Udienza lampo quella di questa mattina, il tempo di capire se gli avvocati avrebbero aderito allo sciopero nazionale, e poi il giudice, Giovanni Puliatti, ha rinviato tutto al 17 luglio.
Schettino si è allontanato subito evitando telecamere e giornalisti, a cui sembra essere diventato allergico, mentre il suo avvocato ha precisato «Noi chiediamo solo l’accertamento della verità; la condanna è di competenza del tribunale. Sono certo che sarà un tribunale sereno viste anche le condanne per le quali la stessa procura ha prestato consenso per gli altri ufficiali, per gli altri imputati, condanne che sono veramente minime: un anno, 2 anni e 2 mesi eccetera… rispetto ad una richiesta di 20 anni c’è qualcosa che non comprendo. Il comandante – ha poi precisato – non se ne è andato, è caduto dalla nave perché la nave era abbattuta in maniera tale che lui aveva come piano di calpestio un muro quasi verticale, tant’è che gli altri ufficiali, tra cui l’ufficiale in seconda, si sono tuffati in mare».
Presente in aula anche la Moldava Domnica Cemortan che, dopo aver lasciato il teatro di Grosseto si è recata con un suo avvocato alla procura di Grosseto per presentare una denuncia contro Costa Crociere, così come già fatto nei mesi scorsi da altri naufraghi, chiedendo di accertare se ci siano state responsabilità penali dei vertici della compagni di navigazione.