di Barbara Farnetani
GROSSETO – Anche se in tempo di crisi, i saldi mantengono sempre un certo fascino. Certo non ci saranno le file di fronte ai negozi (retaggio questo più delle grandi città che della provincia), e il budget sarà sicuramente ridotto (secondo una stima di Confcommercio ogni famiglia spenderà non più di 229 euro, ben aldisotto di 100 euro a testa), ma domani, sabato 6 luglio, all’apertura dei negozi, ci sarà sicuramente chi si metterà alla caccia dell’affare. Magari quella giacca che abbiamo visto in vetrina e che con lo sconto ci possiamo permettere, o quel paio di scarpe in più, forse non proprio essenziali ma che ci piacciono tanto. Ma c’è anche chi, invece, ha aspettato i saldi per acquistare qualcosa che serviva da tanto e che, no, a prezzo pieno non è più possibile comprare. Perché in tempo di crisi il senso dei saldi cambia: non più la fiera della frivolezza, il divertimento, l’oggetto strano da mettere forse due volte in tutto l’anno. In tempo di crisi i saldi diventano l’ancora per vestirsi quando il guardaroba proprio non ce la fa più. E allora, a maggior ragione, quando i soldi sono pochi bisogna investirli con oculatezza. Proprio per questo il Codacons ha messo a punto un vademecum, un manuale per orientarsi nella giungla dei saldi senza buttare via il proprio piccolo gruzzolo.
1) Conservare sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se il cambio non è possibile, ad esempio perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). Si hanno due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto. 2) Le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino. Stare alla larga da quei negozi che avevano gli scaffali semivuoti poco prima dei saldi e che poi si sono magicamente riempiti dei più svariati articoli. È improbabile, per non dire impossibile, che a fine stagione il negozio sia provvisto, per ogni tipo di prodotto, di tutte le taglie e colori. 3) Girare. Nei giorni che precedono i saldi andare nei negozi a cercare quello che interessa, segnandone il prezzo; si può così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andare a colpo sicuro, evitando inutili code. Non fermarsi mai al primo negozio che propone sconti ma confrontare i prezzi con quelli esposti in altri esercizi. 4) Consigli per gli acquisti. Cercare di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio: così si è meno influenzabili dal negoziante e si corre meno il rischio di tornare a casa colmi di cose, magari anche a buon prezzo, ma delle quali non si aveva alcun bisogno. Valutare la bontà dell’articolo guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali ad esempio costano di più delle sintetiche). Pagare un prezzo alto non significa comprare un prodotto di qualità. Diffidare dei marchi molto simili a quelli noti. 5) Diffidare degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi (si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto). Un commerciante, salvo nell’Alta moda, non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto. 6) Servirsi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistare merce della quale si conosce già il prezzo o la qualità in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto. 7) Negozi e vetrine. Non acquistare nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre esposto in modo chiaro e ben leggibile. Controllare che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla “nuova”. Diffidare delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce. 8) Prova dei capi: non c’è l’obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati. 9) Pagamenti. Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi. 10)Fregature. Se pensate di avere preso una fregatura chiamate i vigili urbani.