GROSSETO – Una strage di gazze e taccole è avvenuta all’interno del parco di Villa Pizzetti a Grosseto nella giornata di ieri (sabato 29 giugno 2013). I volontari LAV hanno infatti individuato nel pomeriggio alcuni animali morti e molti altri agonizzanti con tutta probabilità a causa dell’ingestione di cibo avvelenato. La LAV ha immediatamente allertato Carabinieri, Polizia Municipale e Polizia Provinciale. Nel corso dell’intervento sono stati oltre venti gli uccelli rinvenuti morti o con i sintomi di una grave intossicazione. Per alcuni il veterinario Asl di servizio ha dovuto procedere all’eutanasia, altri sono stati invece soccorsi dal dr. Marco Aloisi, direttore del Crasm di Semproniano, intervenuto personalmente sul luogo. La speranza è che questi ultimi riescano a salvarsi grazie alle immediate cure. Le forze dell’ordine hanno individuato un vassoio con mangime per gatti misto a sospetti granuli rossi che potrebbe essere l’esca utilizzata. Non è la prima volta che episodi di questo genere si verificano a Villa Pizzetti, proprio nei pressi del servizio veterinario ASL.
“La gravità dell’episodio è enorme e il colpevole rischia fino a due anni di carcere in base all’art.544 bis del codice penale che punisce l’uccisone di animali”, dichiara Giacomo Bottinelli, responsabile LAV Grosseto. “Probabilmente le vittime predestinate erano i gatti che frequentano l’area del Pizzetti, ma in questi casi chiunque – uomo o animale – può essere a rischio”.
L’ordinanza ministeriale in vigore sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati proibisce a chiunque di “utilizzare in modo improprio, preparare, miscelare e abbandonare esche e bocconi avvelenati o contenenti sostanze tossiche o nocive, compresi vetri, plastiche e metalli o materiale esplodente” e proibisce anche “la detenzione, l’utilizzo e l’abbandono di qualsiasi alimento preparato in maniera tale da poter causare intossicazioni o lesioni al soggetto che lo ingerisce”.
Le carcasse degli uccelli, come dispone la stessa ordinanza ministeriale, dovranno adesso essere sottoposte ad analisi da parte dell’Istituto Zooprofilattico che potrà confermare il sospetto di avvelenamento. Dovere del sindaco, in base alla legge, è invece procedere a una bonifica e messa in sicurezza dell’area entro 48 ore, disponendo immediatamente apposita cartellonistica che avverta del rischio fino al completamento delle operazioni.
“Si deve assolutamente procedere al divieto di vendita al pubblico di veleni come lumachicidi e rodenticidi – commenta Giacomo Bottinelli – che invece sono acquistabili liberamente in ogni ferramenta o negozio di giardinaggio. Si tratta di sostanze pericolosissime che provocano la morte tra atroci sofferenze. Ci auguriamo che si prenda atto di casi come questi, purtroppo molto frequenti, e che ci sia adoperi per prevenirli con serie limitazioni al commercio di tali prodotti”.