di Daniele Reali
FOLLONICA – «La Maremma può essere all’avanguardia per la gestione dei rifiuti». È questa la sfida che il sindaco di Follonica Eleonora Baldi lancia dalla città del Golfo. Dopo la fuoriuscita di diossina e lo stop imposto all’impianto di Scarlino Energia, il comune di Follonica accelera sulla richiesta di imprimere una svolta decisiva sulla gestione dei rifiuti (nella foto da sinistra Elisabetta Sabatini, Eleonora Baldi e Anna Maria Gaggioli).
Le analisi compiute dall’Arpat e i dati diffusi «non sono interpretabili, devono essere semplicemtne letti e non danno alternative; per questo dico – spiega la Baldi – che non siamo più soli: per noi che abbiamo fatto una battaglia dal ’95, oggi questa è la dimostrazione che non eravamo degli illusi, ma che avevamo colto in anticipo» l’importanza di salvaguardare l’ambiente e la salute.
Il sindaco di Follonica ribadisce la netta contrarietà all’incenerimento perché questa scelta porta a «problemi di natura sanitaria, di contesto ambientale e di opportunità di sviluppo».
Dall’episodio delle emissioni “fuori norma” ad oggi intanto anche la Asl di Grosseto ha preso una posizione: con una lettera inviata al comune viene messo in evidenza il percorso che adesso dovrà seguire il gestore dell’impianto del Casone che dovrà predisporre «una relazione puntale ed organica – si legge nelle lettera della Asl – in merito alle cause che hanno determinato la non conformità alle emissioni e l’esito del monitoraggio volto a valutare le ricadute e l’impatto che ha avuto l’emissione di diossine e furani sulle varie matrici ambientali e alimentari atto a confermare la tesi espressa di non significatività».
«Incenerimento – afferma la Baldi – non fa rima con qualità della vita», e per il futuro la provincia di Grosseto deve percorrere altre strade. Ma come risolvere il problema del ciclo dei rifiuti in Maremma? Comune di Follonica e Partito Democratico del Golfo sono pronti a lavorare ad una soluzione alternativa. A spiegarlo sono Elisabetta Sabatini e Anna Maria Gaggioli, consigliere comunali democratiche.
Per non bruciare più il cdr (combustibile da rifiuti che in questo momento in provincia viene prodotto negli impianti delle Strillaie, ndr) «bisogna puntare ad incrementare la raccolta differenziata spinta che andrà verso il riciclo, mentre la parte “indifferenziata”, che si chiama anche residuo secco, può essere utiizzata per ricavare “granulato” in sostituzione delle sabbie e può essere utilizzato in edilizia».
Un tipo di lavorazione che, secondo la proposta del Pd, potrebbe essere fatta alle Strillaie «con un investimento di 1,5 milioni di euro, quando per costruire un inceneritore, per esempio, servono almeno 100 milioni di euro».
Per spingere invece la differenziata «si potrebbe seguire il modello Los Angeles, che prevede la separazione dei rifiuti dopo la raccolta: al cittadino è affidato sola la separazione di carta e umido».
A chi invece è preoccupato per la ricaduta occupazionale che potrebbe avere la chiusura dell’impianto di Scarlino Energia il sindaco Baldi risponde: «a quelle 75 persone vorrei offrire un lavoro che riguarda la gestione diretta dei rifiuti, non l’incenerimento».