FOLLONICA – Nell’ambito della quarta edizione di “FolloWme Festival Internazionale – arte ai margini”, l’Amministrazione follonichese e l’associazione Culturale Gattopicchio, presentano due nuovi appuntamenti: venerdì 28 giugno alle ore 21.15 al Giardino del Casello Idraulico presentano il video inedito “La battaglia degli Dei” di Ursula Ferrara. Per la realizzazione di questo video sono state utilizzate proprio le fotografie degli artisti outsider dell’associazione “Gattopicchio” che le hanno manipolate con segni e scritte fino a giungere alla creazione de “La Battaglia degli Dei”, dove, in ogni tratto o parola disconnessa, appaiono sia gli dei che i demoni per la battaglia del proprio vivere.
L’individuo è sempre lacerato perché l’io è un soggetto diviso; da questa guerra, e dal sangue che vi si versa, si genera l’uomo. Ursula Ferrara, regista di cinema di cinema di animazione, pittrice e fotografa di fama internazionale, è autrice di numerosi cortometraggi, presentati in mostre personali e in festival cinematografici sia in Italia che in tutto il mondo
Sabato 29 giugno al Giardino del Casello Idraulico alle ore 21.15, andrà in scena lo spettacolo “Una per Una”, rielaborazione dell’immagine femminile da 8 ½ di Fellini della compagnia dei Gattopicchi. Cinema e teatro si integrano per una interpretazione teatrale dell’archetipo femminile tratteggiato nel capolavoro di Fellini.
Da un progetto di Cinzia Canneri e per la regia di Irene Paoletti, canto di Lorenza Baudo, coreografie Francesca Angotti e musiche di “I sonatori della boscaglia”, “Una per Una” suggerisce la singolarità di una donna o l’accumulo di ognuna per un uomo. In quale posizione si colloca la donna? In questa rappresentazione non viene innalzata ad alcun ideale, ma è fatta vivere nella sua domanda.
La rassegna FolloWme, curata dall’associazione Gattopicchio con la direzione artistica della presidente Cinzia Canneri, assieme al Comune di Follonica, anche quest’anno affronta il tema delle diseguaglianze cercando altri sguardi, altre visioni, riconoscendo che ciò che sembra così lontano, marginale, invisibile in realtà rappresenta il cuore profondo, l’anima della città.