SCARLINO – L’impianto di Scarlino Energia «deve chiudere definitivamente». A chiedrelo sono gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Follonica, Gavorrano e Scarlino dopo l’episodio della fuoriuscita di diossina che per il momento ha significato il blocco per l’inceneritore del Casone.
Per i 5 Stelle «i “controlli” e gli “autocontrolli”, di cui tanto si fanno forti le istituzioni preposte alla tutela della salute pubblica, come Comuni, Provincia e Asl, per avvalorare l’utilità dell’inceneritore di Scarlino, risultano del tutto inefficaci a difendere l’ambiente e la nostra salute».
«Non siamo disposti – scrivono dal Movimento 5 Stelle – a cedere al ricatto occupazionale che in tali circostanze viene ostentato non solo dalla Scarlino Energia, ma anche dai sindacati che di certo, in questo modo, non tutelano i lavoratori». «Vogliamo avviare una seria alternativa all’incenerimento dei rifiuti dando inizio al percorso “Rifiuti zero”, con la raccolta differenziata porta a porta, la creazione di un distretto del riciclo, che contempli anche un centro ricerca, che permetterebbe di dare una risposta occupazionale di gran lunga superiore a quella dell’impianto inquinante della Scarlino Energia, garantendo così il diritto alla salute e alla sicurezza non solo ai cittadini, ma anche ai lavoratori di tutta la zona industriale del Casone e della Botte».
Per questa vicenda il Movimento 5 Stelle chiede anche le dimissioni del sindaco di Scarlino, del presidente della provincia e dell’assessore all’ambiente della provincia per aver messo «a rischio la salute di centinaia di persone, l’occupazione nel settore agricolo e turistico e avvelenando il territorio».
«Al Sindaco di Follonica chiediamo di impegnarsi non solo nei ricorsi, ma soprattutto di far prevalere il principio della tutela della salute pubblica senza sottomettersi alle posizioni Pd sostenute dal segretario provinciale, che ha nella propria Giunta e dal “Potere Centrale” della Regione Toscana che, anacronisticamente, contro ogni buonsenso e contro le norme europee, vuole chiudere il piano dei rifiuti regionale con gli inceneritori».