GROSSETO – «Torna l’estate e ripartono, come ogni anno, le sagre: giorni e giorni in cui paesi e frazioni e campi sportivi si riempono di ogni forma di somministrazione». Giovanni Caso, presidente Fiepet, Federazione italiana esercenti pubblici e turistici, torna su un argomento che ogni anno crea polemiche.
«Ogni attenzione fatta per consentire quelle sagre che hanno un legame con la storia di un territorio o di un prodotto tipico è divenuta vana per l’eccessiva diffusione di queste, che si configurano ormai dei competitor sleali della ristorazione. Solo in alcuni Comuni si è addivenuti all’approvazione di un regolamento».
«Non solo, dunque, ad oggi in molte aree del territorio provinciale, compreso il Comune capoluogo, non vi è alcuna regolamentazione delle sagre – prosegue Caso -, ma in alcuni casi gli organizzatori si fregiano, indebitamente, dell’utilizzo di loghi non autorizzati, come nel caso della sagra di Albinia che ha utilizzato un format della Regione Toscana e delle Associazioni di categoria del commercio e del turismo».
«Tutto il comparto del commercio e dell’impresa sta cercando di resistere ad una crisi che non ha precedenti non c’è più spazio se non quello di rivendicare la possibilità di svolgere il ruolo imprenditoriale nella più assoluta certezza delle regole correttezza della loro osservanza che – conclude caso – alle sagre sfuggono quasi completamente».