di Lorenzo Falconi
GROSSETO – E’ furioso il vicesindaco Paolo Borghi quando si presenta in conferenza stampa, con lui ci sono l’assessore Luca Ceccarelli, il difensore civico regionale Lucia Franchini e una serie di tecnici comunali pronti a illustrare bilanci, regolamenti e delibere in materia di aree Peep. Non ci sta Borghi a raccogliere le accuse provenienti dall’opposizione: «Chiedono le mie dimissioni, lo farò quando loro impereranno a fare i conti». La risposta secca arriva in relazione ai dati illustrati dalla minoranza sul presunto danno erariale relativo ai dati di bilancio che, secondo l’opposizione ammontava a solo 30mila euro di incasso nelle trasformazioni da diritto di superficie a quello di proprietà. «Gravi inesattezze – chiarisce Borghi – che mi lasciano disarmato, in quanto evidentemente dall’opposizione non sanno leggere nemmeno un bilancio. Nel 2012 lo stanziamento di bilancio sulle aree Peep è di 650mila euro, all’accertamento di bilancio ne figurano 658mila, con un maggiore introito di oltre 8,400 euro. Nei dati di bilancio del 2013 ci sono 200mila euro a stanziamento e sono stati incassati oltre 154mila. Quindi non capisco di cosa stia parlando l’opposizione. I dati che forniscono sono falsi».
«Piuttosto – affonda in maniera decisa Borghi -, si sta cercando di strumentalizzare l’arrabbiatura della gente che si vede triplicata la cifra del riscatto, indirizzandola verso l’amministrazione comunale. E’ bene sapere che è lo Stato, in virtù della legge Berlusconi, ad obbligarci a questo tipo di soluzione. Quindi, dall’opposizione, sarebbe bene che interpellassero i rispettivi parlamentari per sapere come stanno le cose. Per giunta, dalla minoranza, nessuno si è preso la bega di chiedere ai tecnici comunali di entrare nel merito del calcolo che in realtà è corretto».
A suffragare quest’ultimo dato, Borghi chiama in causa il difensore civico Lucia Franchini: «Ritengo che sul conteggio non ci sia niente da ridire, è corretto. Mi preme sottolineare che debba esserci un confronto sereno sulla questione, senza finalità politiche, per il bene dei cittadini». Resta in ballo la retroattività che coinvolgerebbe almeno 60 persone che hanno fatto richiesta e si sono viste cambiare le carte in tavola con un costo di riscatto triplicato. «Su questo aspetto stiamo lavorando – spiega Borghi -, per vedere se si può fare qualcosa con l’intento di risolvere la situazione». Il vicesindaco chiama poi in causa i tecnici comunali che passano in rassegna le modalità di calcolo attuate per filo e per segno, con vari richiami alla legittimità delle operazioni e con una precisazione sul confronto con Reggio Emilia, realtà presa da esempio anche dall’opposizione, come virtuosa: «In realtà – spiegano i tecnici del Comune di Grosseto -, il calcolo sul valore medio di area Peep su Reggio Emilia, equivale a 62,85 euro al metro cubo, contro i 62,64 di Grosseto».
Anche l’assessore Luca Ceccarelli, a cui venivano chieste le dimissioni al pari di Borghi, interviene in conclusione sulla vicenda: «L’amministrazione comunale ha dimostrato serietà e legalità, cercando la soluzione più giusta e meno dolorosa per i cittadini. Da parte nostra non c’è mai stata volontà di fare cassa».